"E basta con ste band symphonic/gothic con voce femminile lirica, non ne posso più! Più! Più!"Poi arrivano i
Poemisia e mi fanno cambiare idea. Bravi, bis. E voi vi direte (o forse no): "Ma come hanno fatto a farti cambiare idea?" Semplice semplice..
..suonando e cantando bene.
Dici: "Facile!". Rispondo: "Stocazzo". Perchè suonare e cantare bene ormai non è cosa così scontata, soprattutto in questi anni in cui gruppi medi, mediocri e pessimi riescono a strappare un contratto discografica all'etichetta di turno.
I Poemisia si distinguono da questo marasma di gruppetti per qualità e quantità, sia dal punto di vista musicale sia, soprattutto, da quello vocale, dato che la vocalist
Tina Gagliotta ha una delle voci femminili più belle e calde che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi anni e, soprattutto, la componente lirica ha solidissime basi tecniche e non è semplicemente improvvisata come accade sempre più spesso in questo ambito. Unica pecca, davvero minore, è una pronuncia eccessivamente marcata dell'inglese, cosa sulla quale si può comunque tranquillamente lavorare.
Intrigante anche la scelta di cantare in italiano, cosa che rende le composizioni dei Poemisia qualcosa di unico o comunque peculiare. La resa è ottima, a partire dal "
Prologo" narrato, passando per la title track "
La Danza degli Spiriti" per finire con "
Sonata al Crepuscolo".
Musicalmente i napoletani non escono troppo dai confini del symphonic/gothic di matrice nordica, anche se rispetto a gruppi più blasonati fanno un uso intensivo dei suoni di tastiera e si limitano all'utilizzo della sola voce femminile. Unica eccezione è la conclusiva e bellissima "
Anemone", nella quale Sakis Tolis dei Rotting Christ accompagna Tina in un duetto davvero intrigante. Il personale consiglio è proprio quello di introdurre una voce maschile in growl, data la riuscita di questo brano, ma che sia una voce importante e non buttata li giusto per far numero.
Insomma se il risultato è di questo calibro, ben vengano i cliché e ben vengano i
Poemisia, che col loro "
La Danza degli Spiriti" si ritagliano una piccola (per ora) fettina di mercato almeno nel nostro paese. La strada intrapresa con questo debut è quella giusta, speriamo non ci si perda eccessivamente!
Quoth the Raven, Nevermore..
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?