Tornano i bolognesi
Tarchon Fist con una formazione parzialmente rinnovata, per allietarci col loro metal sempre in bilico tra scuola inglese e tedesca. Un'importante novità, dicevo, per quanto riguarda il cantante. Quell'ugola epica, calda e ammaliante di
Luigi Sangermano ha purtroppo lasciato i nostri guerrieri, sostituito da
Mirco Ramondo, singer dalla minore personalità, da un timbro più acuto e meno sporco. Rimane una buona prova quella del cantante ma che, causa una pronuncia inglese non propriamente da madrelingua, viene in parte ridimensionata. Insomma, bravo ma fa molto casereccio. Mi soffermo sul cantante perché è la novità principale di questo nuovo
Heavy Metal Black Force. Il suo ampio registro guida le crociate dei nostri difensori della fede con canzoni che devono in egual misura alla
NWOBHM e a certo heavy teutonico di
Stormwitch, Accept e
Grave Digger. I cori a sostegno di strofe e ritornelli sono spesso presenti per inserire allegoria ed epicità all'interno dei brani che come temi hanno i valori dell'heavy metal, le moto, e più in generale la genuinità della musica.
Le canzoni sono quadrate ed energiche come
Knights of Faith e
I Stole a Kiss to the Devil, anche se questa nel finale presenta un po' troppi "oh yeah". La title track inizia come un inno da arena, cazzuta e potente, scagliandosi contro formazioni che ripropongono solo canzoni di altri artisti inneggiando un "we will destroy cover band!". Dopo le spruzzate di glam su
You Must Feel Your Heart,
Sweet Lady Rose ha un'apertura di basso doppiato da una chitarra sincopata ed accompagnato da un cantato interpretato con convinzione e maggiore cattiveria e si dimostra uno dei pezzi migliori, come la successiva
All Your Tears dove esplosioni iniziali ed in intro acustica dal sapore folk, si sviluppano poi in una delle canzoni più convincenti del lavoro, potente ed evocativa. Buona la prova delle chitarre e della sezione ritmica, dopotutto c'è gente rodata in questo gruppo. Le asce sono infatti
Luciano Tattini e
Sergio Rizzo, mentre al basso e batteria
Marco Pazzini e
Andrea Bernabeo, scafati guerrieri del metallo. A chiusura di lavoro troviamo Diavoli Neri, un inno da strada, si accendono le moto e parte il rock 'n' roll! Una canzone in italiano piena di cori e incitamenti alle due ruote e ai
Black Devils MC Italy, metal wheels! L'ultima
Born To Kill è la classica canzone in stile heavy tedesco/mothorheadiano con doppia cassa a tappeto, cori d'esaltazione e una grande prova del cantante, anche se ogni tanto la pronuncia fa sorridere.
Lavoro abbastanza buono in definitiva, prodotto adeguatamente, ma che innegabilmente ha perso molto del suo fascino e della sua genuina epicità rispetto al precedente
Fighters. Sintetizzando, 45 minuti di spensierato ed onesto heavy metal.
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