Senza alcun dubbio il buon
Riccardo Scaramelli non è un tipo a cui piaccia stare con le mani in mano: lo avevamo trovato non molto tempo fa con "
Fallen from Heaven", primo lavoro dei
Bluerose, recensito peraltro positivamente dal nostro
Alex Slope, in cui lo trovavamo impegnato unicamente dietro il microfono ed ecco che sul finire del 2013 dopo aver fondato la propria etichetta discografica, la
Indipendence Records, lo troviamo alle prese col suo primo lavoro solista dove non solo canta ma suona tutti gli strumenti presenti.
Beh, complimenti.
Soprattutto alla luce del risultato finale, che lo vede coinvolto in ogni aspetto di questo "
Thunderproject Vol. I", sia per quanto riguarda l'esecuzione, sia per la composizione e la stesura dei brani, i quali ruotano attorno al libro "
The Land of the Light" di
Marialisa Bandi sul quale si basa la storia di questo primo volume di concept album e dal quale sono estratti i testi dei brani che quindi si intrecciano profondamente, contribuendo a creare un dinamismo musicale che segue i vari cambiamenti che si susseguono nel corso della storia.
Musicalmente parlando, la musica contenuta in "Thunderproject Vol. I" propone un metal più pesante e roccioso rispetto all'hard rock dei Bluerose, sempre ottimamente bilanciato tra aggressività e melodia, in ogni caso ben presente e di ottimo gusto, come dimostrano i numerosi refrain vincenti di "
Firewind", "
Change to Change" e "
Destiny".
In apertura trovano posto i brani più "nervosi" e dotati di ottimo groove, come l'opener "
Revolution", molto tirata e che presenta subito l'ottima voce di Riccardo, a proprio agio sia in questi episodi più duri sia nei seguenti più ariosi, e la seguente "
Again" che ricorda in più momenti i vecchi
Royal Hunt d'annata, con un sapiente uso di cori ed armonizzazioni.
Il lavoro scorre agilissimo lungo le sue dodici tracce, più due bonus tracks disponibili nella limited edition (quella con il libro), ovvero "
Wasted", un remix tratto del primo album Bluerose, e "
Through the Fire", in assoluto il primo brano mai scritto da Riccardo Scaramelli e successivamente ripreso da una vecchia demo dei SevenThunders, prima band in cui ha militato.
I momenti migliori, sebbene non siano presenti momenti di calo di tensione, sono rappresentati indubbiamente da "
The Thunder", aperta da un synth dannatamente ed irresistibilmente anni '80 e protagonista di un mid-tempos davvero trascinante, la delicata ed incisiva power ballad "
Back to Paradise", con un chorus perfetto...si può dire che mi ha ricordato le cose migliori di
Daughtry? Diciamolo, e la tripletta conclusiva "
Lost in Deja-Vu"-"
The Land of the Light" (brano che ha ispirato la stesura del libro)-"
Into the Light", brano che rappresenta una reinterpretazione strumentale di tutti i brani su scale diverse e di gusto arabo.
Che dire?
Il tutto davvero inaspettato, sia per la complessità dell'opera sia per il risultato finale, incredibilmente maturo e di qualità, anche sotto il punto di vista della produzione veramente di buon livello; il nostro consiglio è quello di procurarvi una copia del disco, magari in versione limited edition per addentrarvi nel concept tramite i testi e la storia raccontata, acquistabili sul sito dell'etichetta per soli 15 euro:
http://www.thunderproject.netUn disco heavy metal multifacce, che spazia con tranquillità dall'heavy più aggressivo a quello classic/power più melodico, senza calare mai un attimo di intensità e con una voce assoluta protagonista in positivo: un ascolto è più che obbligatorio.