La folle riproposizione del catalogo dei Sarkom procede ad opera della Dark Essence con la ristampa (digitale ovviamente) del secondo album datato 2008 per la band norvegese. Già dall’inizio dell’opening track
“Inferior Bleeding” si capisce che il successore dell’interessante
“Aggravation Of Mind” non sarà all’altezza del precedente per la chiarissima scelta fatta dalla band di proporre qualcosa di meno violento, più ragionato e raffinato, in linea con la svolta “paciosa” presa da gran parte del movimento. La stessa title track, la seguente
“I Call Your Name” piuttosto che
”Parallel To A World Of Fire” o
“Artificial” , pur nei loro mid tempos controllati riescono a trasmettere il loro nero messaggio, ma sinceramente la credibilità della proposta scema di parecchio…Purtroppo anche i Sarkom hanno incredibilmente preferito svoltare verso qualcosa di più abbordabile e marcatamente melodico, lasciando anche da parte quelle lunghe composizioni che, anche se un po’ scolasticamente, riuscivano ad infondere un piccolo plus alle composizioni del debut. Non mancano anche qui i momenti più tirati, più che altro inseriti a contorno dei pezzi, ma quando, come nella title track si ricordano di essere innanzitutto un selvaggio gruppo black metal, è li che riescono a comporre finalmente una killer song, riportandomi addirittura alla mente i nostrani
Handful Of Hate. Purtroppo però la maggior parte dei pezzi sono sulla falsariga di
“Infected” ,
“Revival Of Torment” o
“Crushing The Retrospective Dominions” ,dove la furia iniziale viene inibita da un’iniezione eccessiva di melodia, che stempera e appiattisce tutta l’atmosfera faticosamente creata in precedenza. Un album stentatamente sufficiente che punisce ogni ambizione della band e che tarperà definitivamente le ali al gruppo norvegese, anche se 5 anni dopo riproveranno il loro ritorno sul mercato con una line up notevolmente cambiata, ma ormai il cattivo germe della melodia forzata si era impadronito di loro e da li sarebbe stato impossibile scappare. Difficilmente avremo una riproposizione in formata “materiale” di quest’opera, vista la sua trascurabilità, il contrario infatti mi stupirebbe parecchio…Tra l’inutile e il superfluo.
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