Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2014
Durata:32 min.
Etichetta:Unique Leader Records

Tracklist

  1. AD NOCTUM
  2. EULOGY OF THE DIVINE
  3. ENSLAVE.DEFILE.ERASE
  4. TRINITY OF FALSEHOOD
  5. KING OF SLAVES
  6. SEVENTH CIRCLE
  7. NECROTIC GOSPEL
  8. BENEATH THE SHROUD OF ATONEMENT
  9. DISCIPLES OF DEAD AEONS
  10. IN THE ASHES OF HUMANITY
  11. PERFIDIA

Line up

  • Taylor Wientjes: vocals
  • Kc Childers: guitar
  • Shawn Peterson: bass
  • Gabe Seeber: drums

Voto medio utenti

No throwbacks, no breakdowns, no wanking, no trends. Modern American Brutal Death Metal!
I californiani The Kennedy Veil ci mostrano subito i loro intenti partendo da questa descrizione (che appare sul loro profilo Facebook) e aggiungono ulteriore cattiveria, qualora non fosse ancora chiaro, con una bella copertina violenta il giusto e piena di macabri dettagli.

Il quartetto californiano torna sul mercato appoggiato dalla Unique Leader Records dando un seguito al disco di debutto autoprodotto datato 2011. Cosa troviamo di nuovo su questo Trinity of Falsehood? Ulteriore brutalità che si aggiunge ad altra brutalità. Una vera tempesta di schegge di vetro che ti strappano velocemente la carne e ti riducono a brandelli. La lezione dei maestri Suffocation ed Hate Eternal viene evoluta e fatta passare attraverso l'influenza di formazioni più "giovani" come Origin, Decapitated, Psycroptic, Gorod e quella degli italiani Hour of Penance con cui gli americani hanno diverse affinità.
D'altronde i musicisti di questa band provengono da altri gruppi estremi, sia a livello di Ep che di demo, sia (per quanto riguarda il drummer Gabe Seeber) da formazioni affermate come i Decrepit Birth, era quindi lecito aspettarsi questo tipo di suono e non,che so, dell'hard settantiano.

Chitarre tarantolate dal riffing veloce ed elaborato che seguono i tempi assolutamente non lineari del mostruoso Gabe Seeber che con tecnica e inventiva riempie ogni spazio del disco con buona profondità, essendo microfonato in modo intelligente e non piatto. Molto buono anche il lavoro di basso che ha spesso l'occasione di emergere (come in Beneath the Shroud of Atonement) e farsi apprezzare. Il cantato, come da tradizione del genere proposto, è un growl abrasivo non eccessivamente basso a volte doppiato su base scream. La tecnica mostrata negli 11 brani di Trinity of Falsehhod è davvero elevata e, ad un primo ascolto, si viene letteralmente sommersi dal turbine di note salvo poi farci l'orecchio e poter meglio seguire le acrobazie musicali dei nostri. La breve durata dei pezzi e del lavoro (32 minuti) è giusta per non affaticare e permette di ritornarci sopra senza troppo impegno.
Inutile fare un track by track, ogni canzone ha all'interno talmente tante variazioni, rallentamenti, accelerazioni, riff che starei a scrivere dieci righe per ogni singolo componimento. Meglio considerare l'album nella sua totalità, nel suo rollercoaster musicale.

Questo Trinity of Falsehood è sicuramente la bomba estrema di questo gennaio, chi segue le band citate o chi ha voglia di farsi stuprare le orecchie, ha nei The Kennedy Veil i propri molestatori.




Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 gen 2014 alle 14:38

Vedrai che non ti deluderanno!

Inserito il 23 gen 2014 alle 08:27

Bella recensione Frank, mi hai incuriosito! Stasera me li ascolto..

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