Sembrava ieri che si parlava degli
Hatesphere come nuovo fenomeno del thrash metal scandinavo e invece eccoci qui, a 13 anni di distanza dal loro debutto, a parlare dell'ottavo album dell'ormai ben nutrita discografia dei danesi.
"
Murderlust" arriva un paio d'anni dopo il deludente, almeno per il sottoscritto, "The Great Bludgeoning", debole sotto ogni punto di vista, a partire dal cacofonico nome. Questo nuovo album rappresenta invece un deciso passo in avanti rispetto all'ultimo lavoro, orientato verso un leggero ritorno alle origini della band, quando era la componente più thrash a dominare i brani.
E fin dalla title-track, scelta come apripista del disco, è chiarissimo che l'impronta thrash sarà netta e perdurante lungo tutta la quarantina scarsa di minuti che ci aspettano, con le sue cavalcate e sfuriate in doppio pedale e l'onnipresente chitarra di
Pepe.
In generale c'è un senso di maggior coesione tra i vari elementi della band rispetto all'ultimo lavoro, un utilizzo più oculato delle linee vocali in growl di
Esse e soprattutto una prestazione devastante dell'ex-Mercenary
Mike Park Nielsen, una vera macchina dietro alle pelli.
Su "Murderlust" non c'è davvero un attimo di tregua, ognuna delle 10 canzoni che lo compongono è una frustata a nove code schioccata con forza e cadenza regolare, devastante, persino nella cover di "
Assassin" dei Muse, dove troviamo tra l'altro il miglior assolo del disco.
A volte però il troppo stroppia..e la sensazione, arrivando verso "
Iconoclast" o giù di li, è che ci sia tanto fumo e poco arrosto in cui affondare i denti: le canzoni finiscono con l'assomigliarsi un po' tutte, fatta eccezione per l'ottima "
The Violent Act" e la penultima "
Refill the Chest", mescolandosi in un calderone thrashoso che alla lunga trabocca.
Insomma "
Murderlust" è un album sicuramente sufficiente, sicuramente positivo e sicuramente degno di far parte della discografia degli
Hatesphere, ma che non deve e non può far gridare al miracolo. La sensazione è che a livello di songwriting sia già stato detto tutto il dicibile..felice di essere smentito in futuro.
Quoth the Raven, Nevermore..
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