Cosa spinge i britannici
Aeon Zen a pubblicare un EP di sole 4 tracce, tre delle quali sono riadattamenti di altrettante songs presenti nel
debut album del 2008? Di certo la voglia di "farsi vedere", di restare nel giro delle bands attive con un'uscita che giustifichi l'esistenza di questo delizioso combo prog/metal/rock/ambient/salcazzo. Sta di fatto che il qui presente "
Self Portrait" contiene (solo) 19 minuti di musica deliziosa, dalle partiture agli arrangiamenti. I continui saliscendi di brani come la intensissima (e dreamtheateriana) Demise, la delicatezza di "Rain", la sfacciata presupponenza di un brano come "Potrait" ci lasciano gustare appieno le mille sfumature sonore di una band che sa suonare, sa comporre, e che meriterebbe molto di più di quel che, a quante pare, al momento raccoglie. Così su due piedi mi viene un accostamento agli italianissimi La Sfera, che se non conoscete vi consiglio caldamente di scoprire.
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Qui, "
Self Portrait" ci mostra una band deliziosa, brava e dalle grandi prospettive, tanto che alla fine dell'EP vi ritroverete a dire, come il sottoscritto: "già finito? Peccato....".
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