Sono passati tre anni dall'uscita di quel "Guiltless" che mi fece conoscere gli americani
Indian, band davvero interessante per gli amanti delle sonorità più lente, cupe e disagiate, ed oggi è con grande curiosità che mi accingo ad ascoltare il nuovo lavoro
"From All Purity", il quinto della carriera dei nostri. Rispetto all'album precedente non si registrano significativi cambi di rotta dal punto di vista stilistico, ma gli Indian sono riusciti a rendere la propria proposta musicale ulteriormente più disturbante, pesante, annichilente: se siete amanti della velocità evitate come la peste questo album, qui sono i ritmi lenti ed ossessivi a dettare il tempo, inaciditi da feed e fischi lancinanti, mentre il vocalismo black metal dei singer Dylan O'Toole e Will Lindsay riesce a far accapponare la pelle da quanto è gelido ed agghiacciante. "Rape", "Directional", la noisy "Clarify" e la più sostenuta "Rethoric Of No" sono l'emblema perfetto della Weltanshaung di questi ragazzi americani, che meritano davvero l'onore e l'onere di essere accasati presso la sempre ottima Relapse Records.
"From All Purity" riconferma gli Indian come una delle formazioni più interessanti ed ispirate nel panorama extreme sludge e promette battaglia nelle poll di fine anno, anche se il 2014 è appena cominciato.
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