Interessante proposta quella che arriva dalla prolifica Germania sotto il nome
Winterstorm. Ok, il moniker non sarà certo di quelli più originali, anzi, così come i 6 ragazzotti non si presentano coi favori del pronostico in fatto di look (tamarri!), ma bisogna dare pane al pane e vino al vino.
"
Cathyron" è un bel disco, ben suonato e ben prodotto, quindi tutti i discorsi di contorno vanno tranquillamente a farsi benedire.
Si, anche quando inizi una canzone ("
Metalavial") con un coro "Metal! Metal! Metal!" che fa tanto Manowar, perchè se poi il brano stesso si rivela una piacevolissima digressione tra territori power e folk, il resto passa decisamente in secondo piano.
E tutto il disco è un alternarsi di momenti più power ad altri decisamente orientati al folk, anche se il power sopracitato non è mai quello "happy" di Helloween e Freedom Call, piuttosto quello dei più recenti Orden Ogan (ai quali i Winterstorm devono davvero tanto, dai controcanti sempre presenti ad alcune strutture dei brani) o dei brani solisti dei Van Canto, al netto ovviamente dei "twang twang" e "bombombom" vocali.
Che sia power granitico spruzzato di folk quindi, come sul finale della bellissima "
Windkeepers", o più orientato verso l'epicità in brani come l'intermezzo di "
The Evocation", dove le tastiere in modalità organistica la fanno da padrone, oppure più puro come nella successiva "
Call of Darkness", su "Cathyron" ce n'è davvero per tutti i gusti e per tutti i palati.
E i
Winterstorm in questo ci viziano davvero bene, proponendoci un terzo lavoro davvero interessante, che mostra una band assolutamente matura e in grado di esibirsi su palcoscenici importanti. Li vedremo in Italia di supporto ai Van Canto, sperando si dimostrino all'altezza di quanto mostrato su disco. Avanti così!
Quoth the Raven, Nevermore..
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