Culted è un gruppo a dir poco particolare, nella loro biografia infatti i tre canadesi si “vantano” di non aver mai incontrato il loro cantante svedese Daniel Jansson, ma di conoscerlo solo via internet e di lasciargli assoluta libertà nell’esprimersi vocalmente e a livello lirico sulle basi sonori che loro gli forniscono…Detto che la mia (preistorica?) forma mentis metallica mi impedisce di concepire in tal modo la creazione e la gestione di gruppo, ho voluto comunque dare una chance a questa band visto che ne avevo sentito parlare bene…Ho ascoltato l’album più volte di seguito e in diversi contesti (luce, buio, silenzio, pioggia…) per riuscire ad entrarci dentro e carpirne il filo logico, l’ho lasciato girare in loop nel mio fido lettore per favorirne le caratteristiche di base e le possibili qualità intrinseche, ma niente, a differenza di gruppi accostabili ai Culted quali
Swans,
Neurosis e
Sunn O))) , il gruppo canadese mi risulta per lo meno indigesto, frammentario e un po’ arruffone… Ogni tanto, specie nei quasi venti minuti dell’ opener
“Brooding Hex” mi è sembrato di scorgere i mai troppo lodati
Void Of Silence, ma sono state solo delle fugaci apparizioni, o forse dei veri e propri miraggi sonori all’interno della melmosa proposta dei nostri quattro malati musicisti. La fusione transoceanica tra le suggestioni canadesi e le visioni scandinave sembra funzionare e amalgamarsi bene quando i pezzi non sono troppo elaborati e oltremodo prolissi come in
“Illuminati”, o nella conclusiva
“Jeremiad”, un po’ più rumoristica rispetto al resto. Buona anche la ciclica
“Intoxicating Immuration” con il suo basso iper distorto e pompatissimo che “disturba” come non mai. Nonostante il vanto del proprio vocalist sono un po’ perplesso sulle qualità di Daniel o quanto meno sulla possibilità di effettare oltremodo la propria voce, probabilmente questo è solo un mio problema e la lugubre meccanicità delle vocals è parte di un progetto annichilente più ampio, ma sinceramente mi sarebbe piaciuto ascoltare
“Oblique to All Paths” con delle vocals più umane o semplicemente meno artificiali…Per tutta onestà bisogna dire che l’album risulterà ostico ai più e per quanto ci sforzassimo di capirlo e carpirne i segreti non è detto che dovremmo per forza riuscire nel nostro intento, io stesso credo di essere ancora lontano dalla completa decifrazione del sound malato della band ma mi riprometto di darle ancora delle possibilità, hai visto mai che un’eccessiva fretta mi potrebbe togliere il piacere di qualcosa di malatamente unico…Da maneggiare con cura
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