I Rogash sono un gruppo tedesco che a cinque anni dalla nascita giunge meritatamente al debutto, meritatamente perché il gruppo invece di rincorrere a chissà quale improbabile trovata pubblicitaria, magari sfruttando i sempre più abusati social network si è rimboccata le maniche e dopo aver pubblicato il primo ep
“Rogan Era” ha cominciato a suonare ovunque gliene fosse stata data la possibilità incrementando il proprio seguito concerto dopo concerto…in un periodo in cui i membri di una band neanche si conoscono (chi ha detto Culted?) questa dei Rogash sembra una storia d’altri tempi e anche la loro musica lo è inevitabilmente. Nel menù infatti abbiamo un misto fritto di old school e modern death metal, dove per old school direi la scuola americana tipo
Suffocation e quella svedese dei
Dismember, senza dimenticare un tocco di
Benediction (
“Despise” ) che qua e la fa capolino nei pezzi. Di moderno i Rogash hanno una sezione ritmica incalzante, distruttiva e sempre presente (
“Constantin Calamity” ) , e una capacità di essere melodici e “orecchiabili” nei loro riffs senza per questo essere sdolcinati e ruffiani come in
“Soulrust” dove grazie ad un bel riff melodico ed epico allo stesso tempo, per un attimo, sembra di essere di fronte agli
Amon Amarth . Affianco a tutto questo i nostri amici crucchi trovano il tempo di spararci anche un paio di bordate al limite del grind,
“Forsaken” e
“Spearheaded”. I pezzi si susseguono belli potenti e terremotanti quasi fino alla fine dove, solo
“Apprehension’s Edge” ci fa tirare il fiato grazie a delle ritmiche più “rilassate” e ragionate, forse anche troppo, perché se è vero che il sound ne guadagna un po’ in varietà e anche vero che la band sembra perdere in spontaneità e in definitiva si lascia preferire ampiamente quando mena giù duro e si lascia andare a briglie sciolte.
“Supremacy Undone” scorre via veloce e piacevole e soprattutto quando si giunge alla fine si ha veramente voglia di riascoltarlo da capo. Non è e non sarà mai un album imprescindibile, però la freschezza e la passione che tracima da ogni singola nota dell’album ha veramente dle miracoloso. Se a tutto ciò ci aggiungete una voce cavernosa e profonda, ma allo stesso tempo dinamica e “variegata”, più la produzione di un certo Dan Swano capirete perché
“Supremacy Undone” si candida ad essere un must per gli amanti del death senza fronzoli. Finché ci saranno ragazzi con questa passione, voglia e abnegazione il metal non finirà mai. Attitudine totale e massimo rispetto.
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