"Era solo la punta dell'iceberg".
Quante volte avete sentito questa frase? Beh gli americani
Reflections, giovincelli provenienti dal Minnesota, l'hanno fatta loro e l'hanno messa in copertina. O meglio, in copertinE, dato che quella del precedente disco rappresentava proprio la punta dell'iceberg, mentre questo nuovo "
Exi(s)t" raffigura quello che sta sotto, quello che dovrebbe essere il meglio.
E invece è solo il grosso, è solo quantità. Qualità ce n'è, per l'amor del cielo, ma è purtroppo fin troppo nascosta sotto le profondità del ghiaccio.
Intendiamoci, i Reflections ci sanno fare, il loro djent (ormai è sdoganato come nuovo genere, mettetevi il cuore in pace) è cattivo e incazzato al punto giusto, tecnicamente sono ineccepibili, soprattutto il chitarrista
Patrick Somoulay ("
This House" ha un assolo davvero splendido, "
Vain Words From Empty Minds" ha dei passaggi intriganti) ma..non mi hanno lasciato niente.
Ormai escono decine e decine di lavori su questo stile e discernere quali sono di qualità e quali no è diventato davvero semplice. Di questo "Exi(s)t" resta in testa davvero poco e, se non resta in testa, figuriamoci nel cu..ore.
A onor del vero va detto che il disco si solleva decisamente nella seconda parte, dal singolo "
My Cancer" in poi, soprattutto grazie alla già citata "
This House", ma questo colpo di reni non è certo abbastanza per far arrivare il disco alla sufficienza.
"
Exi(s)t" è un disco standard, troppo standard, passabile per un ascolto spot ma niente di più. In America, soprattutto su iTunes, ha venduto parecchio, quindi se siete appassionati del genere magari un ascolto dateglielo pure. Detto questo, per quanto mi riguarda è un album che non merita la sufficienza, proprio per la mancanza di quel guizzo che distinguerebbe i
Reflections dal resto della massa.
Quoth the Raven, Nevermore..
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?