Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2004
Durata:49 min.
Etichetta:Season of Mist
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MALIGNANT CORONATION
  2. GHOUL
  3. POSSESSED
  4. LORD OF SWORDS
  5. HELVETE
  6. MOUTH OF MADNESS
  7. UNHOLY PARAGON
  8. SACRIFICE
  9. MORBID LUST

Line up

  • Nag: bass, vocals
  • Draugluin: guitars
  • Anti Christian: drums

Voto medio utenti

La copertina di "Desert Northern Hell" la dice lunga sulle motivazioni e le intenzioni degli Tsjuder: malefici ghigni pittati accompagnati da fiaccole che più classiche non si può, ci avvisano che il contenuto di quest'album suonerà volutamente retrò, e che ogni nostra sensazione di deja vu non dovrà essere certo accompagnata da esclamazioni di sorpresa. Ovviamente non c'è nulla di male in tutto ciò, a meno che la rivisitazione dei momenti gloriosi del black metal non si tramuti in plagio spudorato... ma gli Tsjuder, forti della loro esperienza fin dal 1993, sono stati bravi a costruirsi nel frattempo una discreta personalità attraverso l'affermazione di un suono abbastanza riconoscibile. Devo ammettere di non essere un grandissimo fan di questa frangia più estrema del black metal, tutta velocità ed aggressività. Ma allo stesso tempo mi tocca riconoscere che la musica del terzetto norvegese non scade mai in una confusione fine a sè stessa, anzi il buon bilanciamento tra le accelerazioni e i momenti più ragionati mantiene le composizioni sempre fresche e coinvolgenti. Se vogliamo, è anche divertente cogliere qua e là le citazioni e gli omaggi sparsi nelle canzoni: parti insistite e rockeggianti alla Carpathian Forest, melodie in stile Dissection, giri malati costruiti sull'eredità dei Darkthrone, una voce che più di una volta mi ha ricordato gli Immortal, qualche riff schizoide che sembra uscito direttamente dalla chitarra di Satyr negli anni di Nemesis Divina... detto così potrebbe sembrare un tentativo patetico di inserirsi senza merito tra i grandi nomi degli anni novanta, ma come ho già spiegato sopra non è questo il caso degli Tsjuder. La band eccelle nel mescolare e rinvigorire le proprie esperienze, grazie soprattutto ad un piglio energico e battagliero che non lascia mai scivolare via le composizioni senza mordente. L'ottima cover di Sacrifice dei Bathory ne è la dimostrazione lampante: questo gruppo non lascerà il segno in quanto ad innovazione, ma in questo momento si dimostra capace di rivitalizzare un movimento che ha proprio bisogno di dare una ripassata alle proprie origini!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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