Le ambientazioni horror evocate nell'intro, con la complicità del nome del gruppo, dalla copertina, dai titoli del loro secondo album ("Into the Black") e di alcuni brani, vengono ben presto spazzate via da quella che si rivela poi la vera identità musicale dei
Fallen Fate: un Death & Thrash moderno e aggressivo (due esempi su tutti: "Blackened Within" e "Into The Black "), in grado di inglobare anche sonorità molto vicine al Black Metal.
Ecco così che nascono brani efficaci e
neri come "Possession" o "I Welcome The Dead", ben sviluppati e suonati, anche se poi i tre quarti d’ora dell'album scorrono via senza particolari e significative variazioni sul tema, inoltre l'interpretazione vocale di Lee Skinner, che pur passa da un abrasivo e ossessivo scream sino a degli urlacci tipici del Metalcore (avvicinabile a Tomas Lindberg, Marc Hunter e Mikael Stanne), non sempre è in grado di creare il giusto pathos da dietro al microfono.
Ad ogni modo canzoni come la già citata e malvagia "Possession" oppure "Last Rites" (bell'esempio di Thrash chirurgico), hanno una marcia in più e un loro
perchè.
Da segnalare anche come "Into the Black" sia un concept album che ruota attorno alla figura di Vespa (credo la ragazza ritratta sulla copertina) e che, come già avvenuto per il precedente album ("The Virus Has Spread"), se lo sia autoprodotto.
Comunque, visto che di potenziale sembrano averne e che nel passato hanno anche saputo - e potuto - togliersi delle discrete soddisfazioni anche sotto il profilo
Live, niente di più probabile che grazie a "Into the Black" questa formazione inglese possa attirarsi le simpatie e le attenzioni dei
metalheads, e magari quelle di qualche etichetta.
Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
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