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Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2014
Durata:51 min.
Etichetta:Jolly Roger Records
Distribuzione:GoodFellas

Tracklist

  1. VIAGGIO IN INGHILTERRA
  2. AUTOSTRADA DEI SOGNI
  3. LUNA NERA
  4. PICCOLO UCCELLO BIANCO
  5. SOLE MARE CUORE (BONUS TRACK / DEMO 1982)
  6. VAI VAI (BONUS TRACK / DEMO 1982)
  7. OFFICINA (BONUS TRACK / RECORDING SESSIONS 1985)
  8. GUERRA TRISTE (BONUS TRACK / LIVE 1983)

Line up

  • Daniele "Bud" Ancillotti: vocals
  • Fabio Cappanera: guitar
  • Marcello Masi: guitar
  • Enzo Mascolo: bass
  • Roberto Cappanera: drums

Voto medio utenti

Per quanto mi riguarda Strana Officina è sinonimo stesso di metal italiano (e in italiano).
Un genere che non ci appartiene per “tradizione” e che solo una passione straordinaria è riuscita a far diventare nostro, per poi renderlo credibile agli occhi del mondo, nonostante le enormi difficoltà, lo scetticismo e le traversie dell’esistenza umana.
E di avversità questa band ne ha dovute fronteggiare molte, senza mai arrendersi quando sarebbe davvero stato più facile (e anche comprensibile, visti gli eventi tragici che hanno contraddistinto la sua storia …) mollare tutto e smettere di lottare.
Non solo artisti eccezionali, dunque, ma anche persone dal carattere e dalla forza interiore incrollabile, e in questo non sorprende per nulla che oggi sia la Jolly Roger Records a voler tornare a “raccontare” le gesta di questa eccellenza italica, proprio per un’affine determinazione nell’affrontare sfide apparentemente proibitive.
La ristampa rimasterizzata e arricchita (e che si tratti d’inediti assoluti o meno, in epoche dominate da piattaforme di condivisione e altre varie diavolerie virtuali, francamente non è un aspetto fondamentale …) dei primi tre lavori del gruppo, cui si aggiunge un intrigante “Rare and unreleased” (niente paura … ci sarà modo di approfondire il tutto …), non solo è un’opera benemerita indirizzata a tutti gli eventuali neofiti, ma è encomiabile anche perché “costringe” gli estimatori ad un fruttuoso “ripasso”, in epoche di frenesie e stagnazioni discografiche.
Tutti i metalofili, così, si accorgeranno del valore enorme di queste composizioni, dell’immarcescibile forza espressiva che scaturisce dai solchi di questi dischi, fin da quelli dell’omonimo mini Lp d’esordio della formazione toscana, che andiamo immediatamente a trattare, dando avvio a questa “bella storia”.
Inutile girarci attorno … chiunque voglia cimentarsi nel settore, utilizzando il nostro favoloso e complesso idioma natio deve fatalmente confrontarsi con “Strana Officina”.
Nessuno prima della Strana (e non molti, dopo di lei …) ha saputo coniugare in maniera così armonica ed efficace la lingua di Dante e i vibranti suoni del rock, in un equilibrato mélange d’ironia, vita vissuta, rabbia, intensità e poesia, in cui pure i tipici cliché del metallo appaiono autentici e sentiti, anche a distanza di ben trent’anni dall’originale pubblicazione su Minotauro Records.
Dopo averli “sconvolti” con "Non sei normale" apparso sulla leggendaria "Heavy metal eruption", Daniele "Bud" Ancillotti, Fabio Cappanera, Marcello Masi, Enzo Mascolo e Roberto Cappanera, deliziano gli apparati cardio-uditivi dei fans con quattro brani strepitosi, aggredendo i sensi (e in una maniera istantaneamente decifrabile!) con "Viaggio in Inghilterra”, ammaliandoli con “Autostrada dei sogni” (un inno alla “libertà” difficilmente eguagliabile …) ed arrivando a soggiogarli definitivamente con la stupenda “Luna nera” (l’assolo è da brividi …) e con “Piccolo uccello bianco”, una potente trasposizione tricolore della NWOBHM, disseminando l’intero repertorio di palpitanti scorie hard-blues, retaggio degli esordi assoluti del gruppo, quando l’amore per l’American roots music lo aveva portato ad “aprire” i concerti di gente come Moody Waters, B.B. King e John Mayall.
Ad impreziosire ulteriormente un programma già pressoché perfetto arrivano le versioni demo della divertente e incalzante “Sole, mare, cuore” e della trascinante “Vai vai”, due brani che non sono in pratica mai mancati durante le roventi esibizioni della band, mentre “Officina” (anch’essa spesso eseguita dal vivo …), catturata in una recording session del 1985 e ”Guerra triste” tratta da un live di due anni prima, rappresentano verosimilmente le vere “chicche” della situazione, riproponendo, nel primo caso, l’inaudita potenza di cui è capace l’opificio livornese e, nel secondo, la sua innata carica evocativa e profonda, in un pezzo ispirato dal conflitto delle Falkland e “… scritto contro le stragi del mondo …”.
Indiscutibilmente una pietra miliare della cosiddetta NWOIHM, insomma, che avrebbe meritato un’esposizione capillare, ben oltre i confini nazionali … i tempi non erano “maturi” e le scelte linguistiche un limite e nella speranza (utopistica?) che nel terzo millennio la situazione sia diversa non mi rimane, per il giudizio finale, che avvalermi (per la prima volta, mi sa …) della votazione massima consentita …
A diventare più “internazionale” la Strana Officina ci proverà tre anni dopo con “Ritual” …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 13 feb 2014 alle 22:00

eh cosa dire...avete detto tutto voi. Capolavoro immane.

Inserito il 13 feb 2014 alle 21:21

Un pezzo di storia del metallo italiano (anzi più di un pezzo direi) da riscoprire e per chi ancora non li conosce, da scoprire quanto possa essere "importante" il nostro metallo! Ottima mossa della JRR che sicuramente ha in serbo altre "molto gradite" chicche nei mesi a venire ;-)

Inserito il 13 feb 2014 alle 14:17

Capolavoro, senza se e senza ma.

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