Il primo album della
Strana Officina … un evento, senza dubbio. Chi aveva imparato a conoscerli grazie ai
demo e ai due
mini Lp (ma alla situazione avevano sicuramente contribuito le loro infuocate esibizioni dal vivo, tra cui quella del leggendario festival di Certaldo, il vero
live-startup dell’intero “movimento”, se così vogliamo chiamarlo …) attendeva questo momento con enorme impazienza, finalmente soddisfatta nel 1988, quando “Rock & roll prisoners” esce nei negozi grazie alla MetalMaster, un’etichetta molto importante nelle vicende
metallare del
Belpaese (Adramelch, Royal Air Force, Sabotage, Bulldozer, Hocculta, Death SS, …).
Il disco è un gioiellino in perfetto equilibrio tra tensione e melodia, forte di una scrittura solida e matura, in cui adattamenti anglofoni e affinati di “vecchi” (fenomenali) brani qui rinominati “Black moon” (“Luna nera” … Fabio è semplicemente spettacolare …), "Rock 'n' roll prisoners” (“Sole mare cuore”), “Burning Wings” (“Piccolo uccello bianco”) e “Don't cry” (“Vai vai”), si affiancano ad una bomba sonica chiamata “King troll”, all’elegante fisicità di “War games”, al tiro devastante di “The kiss of death” e alle scintillanti cromature di “Falling star”, dal titolo foriero di presagi poco rassicuranti, purtroppo confermati da dissidi interni e da una temporanea “pausa di riflessione”.
E proprio mentre si parla di ripresa delle “ostilità” (nel frattempo era uscito “Non c’è più mondo” a nome Cappanera, una perla cui contribuiscono pure il primo cantante della Strana Johnny Salani, Andrea Castelli di Airspeed e Shabby Trick, e Ruggero Zanolini dei Vanadium …), nel 1993 arriva la tragedia (i fratelli Fabio e Roberto Cappanera trovano la morte in un assurdo incidente stradale) a spegnere ogni velleità, almeno fino all’entusiasmante ritorno del 2006 (con Rolando e Dario "Kappa" Cappanera in formazione …), lungamente atteso dai numerosi e affezionatissimi sostenitori dei favolosi toscani.
Fans che non potranno che apprezzare, assieme agli eventuali neofiti, questa ristampa rimasterizzata fortemente voluta dalla Jolly Roger Records, che come già nelle analoghe riedizioni di “Strana officina” e “Ritual” arricchisce il programma originale d’interessanti
bonus tracks.
Le
live-takes di “King troll” e “War games” (anch’esse del 1988), forniscono un’idea abbastanza circostanziata di cosa sia capace la Strana Officina sulle assi di un palco, ieri come oggi (occhio alle nuove date,
guys, pianificate a supporto di queste
reissues …), tra l’altro, come può facilmente testimoniare chiunque abbia avuto l’opportunità di assistere ad una loro esibizione in oltre trent’anni di straordinaria carriera.
Il voto finale sintetizza il valore ''universale'' (o, più
modestamente, "trans-epocale" …) dell’opera e certifica il suo ruolo nell’ambito di ogni discografia
metallica di pregio …