A tre anni di distanza dal discreto
“Asylum Cave” tornano sulle scene gli onestissimi francesi Benighted che con il presente
“Carnivore Sublime” firmano il loro settimo album in carriera. Chi conosce un po’ la storia discografica del gruppo di Saint –Etienne non avrà nessuna difficoltà a riconoscergli una grossa onestà intellettuale e attitudinale che li ha portati negli anni ad evolvere leggermente il loro sound, proponendo sempre e comunque album devastanti, feroci, veloci e distruttivi, sempre in bilico tra brutal death e grind, tranne che agli albori della carriera dove erano addirittura udibili alcune influenze black
. “Carnivore Sublime” , dunque, riparte all’insegna dei soliti elementi, sempre sapientemente dosati e mischiati tra loro e in più supportati da una produzione veramente molto potente, “grossa” e bombastica, davvero ottima e perfettamente calzante con il genere proposto. A tal proposito si potrebbe citare la doppietta iniziale
“X2Y” “Noise” piuttosto che
“Jekyll” , dove i Benighted chiedono in prestito ai
Napalm Death il riff di
“I Abstein” ( da
“Utopia Banished” ) lo piazzano in apertura e fanno un bel figurone… Qualcosina di leggermente diverso viene proposto in
“Les Morsures Du Cerbère” dove, oltre a recuperare il cantato in lingua madre che mancava dai tempi del secondo album
“Psychose” , aggiungono al solito selvaggio assalto un riffing più “melodico” che mi ha fatto inconsciamente pensare agli
Impaled Nazarene più punk-core. Un po’ inopportuno, anche se breve e soprassedibile, l’intermezzo danzereccio della title track, come invece può risultare più interessante il break vocale pulito posto verso la fine di
“Spit”. La conclusiva
“June And The Laconic Solstice “ si segnala per un duetto vocale rap-metal che ricorda un po’ i loro connazionali
Dagoba, che oltr’Alpe sono (incomprensibilmente) elevati a livello di star. Insomma un album simpatico all’ascolto con attimi di totale devastazione auricolare che farà certamente la gioia dei più “delicati” tra voi. In fine, per completezza, segnalo l’esistenza di una limited edition (come quella di cui sono in possesso) che include un secondo cd bonus con tre cover, la valida
“Meticulous Invagination” degli
Aborted , “Du Riechst So Gut” dei
Rammstein e “Old” dei
Machine Head , quella che esce con le ossa più rotte da questo processo di “reinterpretazione”. Completano il tutto quattro pezzi live e due demo version delle nuove
“Spit” e
“Collection Of Dead Portraists”. Album onestissimo, e in periodo di “slut metal” è un complimento non da poco…
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