Copertina 7

Info

Anno di uscita:2006
Durata:33 min.
Etichetta:Earache
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. CANDLES AND KEROSENE
  2. THE WILL TO BURN
  3. CHASED, CAUGHT AND CHARGED
  4. PIGEONSMASHER
  5. CHILDREN OF BOREDOM
  6. SELF DESTRUCTIVE PESSIMIST
  7. SEED OF ARSON
  8. PICKED CLEAN
  9. THE LYCANTHROPE
  10. SCAB COATED ATTRACTION
  11. LIGHTS OUT, LEFT FOR DEAD
  12. END IN WATER

Line up

  • Henrik Ivarsson: vocals
  • Patrick Lundh: guitars
  • Dan Bengtsson: bass
  • Eric Hall: drums

Voto medio utenti

Disturbante: è questa l'impressione a caldo che dà l'ascolto di "Son of Sulphur". Secondo lavoro, pubblicato per l'ormai storica Earache Records, degli svedesi Crowpath, dopo l'interessante esordio "Red on Chrome", registrato presso i Berno Studios di Malmö (The Haunted, Insision etc.), prodotto Andy Andersson e masterizzato da Scott Hull (Pig Destroyer). Disturbante, dicevamo…ed in effetti "Son of Sulphur" non è un disco "easy listening", né appartiene a quella larghissima fetta di lavori sì "estremi", ma che comunque conservano un certo gusto "melodico" (inteso in senso "lato", ovviamente). Non è dato il benchè minimo spazio all'armonia, i brani sono ostici, presentano una struttura spezzettata, un andamento schizofrenico, i momenti meno tirati, quasi doom, non allievano affatto l'ascoltatore, anzi contribuscono ad immergerlo in un'atmosfera ancora più malata e malsana, in perfetta sintonia con il tenore dei testi. Duro e crudo, quindi. Post-grindcore maturo, dall'elevato tasso tecnico, in particolar modo per quel che riguardo la sezione ritmica (ed in tal senso un plauso va fatto al drummer Erik Hall), alternato sapientemente a sonorità sabbathiane che donano ai brani, come già ricordato, un'aura oscura ed inquietante. A bordate grindcore quali l'opener "Candies and Kerosene", "Pigeonsmasher", "Seed of Arson" e "Scab Coated Attraction", autentiche schegge impazzite, fanno da contraltare deliri doom come l'agghiacciante "The Lycanthrope" e l'articolata e "chirurgica" traccia conclusiva "End in Water". Non un disco per tutti quindi, ma decisamente consigliato ai palati "forti".
Recensione a cura di Michele 'Madball' Auriemma

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