Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:50 min.
Etichetta:Casket
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. STILL
  2. WASTED TIME
  3. I CRIED
  4. SILENCE
  5. WE BREAK DOWN
  6. WHY?
  7. FEEL
  8. WHO AM I ?
  9. SPEAK MY SANITY
  10. THE DRIFT

Line up

  • Glen Korner: vocals, guitar
  • Stephen Clements: guitar
  • Russ Wark: bass
  • Ben Sleeman: drums

Voto medio utenti

Album d'esordio per questa giovane formazione Britannica che prova ad incunearsi nel territorio ibrido tra moderno heavy metal e nostalgia post-grunge, anche loro come tanti prendendo quale base i lavori di Pearl Jam, Alice in Chains, Soundgarden, senza rischiare nulla in ottica personale.
Accentuata la spigolosità dei riffs, solida e poderosa la sezione ritmica, quello che però si nota maggiormente è la buona prova vocale di Glen Korner, Cornell-iano d.o.c., costantemente in primo piano con un mix di aggressività e melodie agrodolci, come da copione tendenti all'ombroso-depressivo-intimista.
Le divagazioni strumentali sono ridotte all'osso, tutti i brani puntano sulla compattezza d'impatto, sui repentini cambi d'atmosfera e sull'insistenza dei ritornelli o particolari accorgimenti vocali.
L'annoso problema di questo tipo di band è sempre lo stesso, dietro il rivestimento puntiglioso e talvolta quasi rabbioso, sotto la superficie e l'apparenza delle canzoni che non mostrano alcuna incrinatura nel potente spessore, la sostanza resta poca. Si può senz'altro esplodere una rombante carica di energia chiaroscura ("Wasted time, We break down"), corazzare il tiro secondo i dettami nu-metal ("Still, Who am I?") oppure ingentilirlo ponendo enfasi emozionale nel canto, pensando magari al pubblico femminile ("I Cried, Silence"), ma se non si indovina una melodia talmente insinuante da trasformarsi in un tormentone indimenticabile, tutti gli sforzi sono vani.
Questo accade ai 5th Man Down, i quali non fanno nulla di particolarmente sbagliato, hanno un buon cantante, confezionano un lavoro curato e pulito, ma finiscono con l'essere identici a decine di altri gruppi simili. Piacevole anonimato che molto in fretta può trasformarsi in tedio e farsi totalmente dimenticare, se il quartetto Inglese avrà una bella dose di fortuna forse riuscirà ad ottenere una seconda possibilità e chissà se non riuscirà a stupirci in positivo. Per il momento resta sotto la sufficienza.

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