Sei giovani danesi, di Copenhagen, che hanno esordito nel 2009 ed ora pubblicano il loro terzo full-length. Questa in sintesi la storia dei
Supercharged, formazione che in patria gode già di consistente seguito. Cosa normale, visto che a quelle latitudini è sempre piaciuto l’energy rock caldo e festaiolo, capace di far dimenticare per un po’ il clima tutt’altro che entusiasmante.
In effetti è un discreto disco da party alcoolico, dove si possono trovare chitarre heavy, ritmiche hard rock, attitudine bluesy (sentite l’armonica in “Hang over in Hamburg”), una spruzzata di punk’n’roll e naturalmente tante melodie accattivanti. Vengono in mente i Backyard Babies, gli Hellacopters, gli Hardcore Superstars, ed altri nomi del genere, anche se questa band mostra un profilo meno casinista e cafone. Anzi, il loro stile è abbastanza controllato pur restando divertente e molto orecchiabile.
Da segnalare la presenza dei due Mustasch, Gyllenhammar e Johannesson, nel singolo “Blood red lips”, e la curiosa ballatona country “Goodbye Copenhagen” posta in coda all’album.
Discreti, ma non entusiasmanti. Manca loro qualcosa per fare il salto di qualità. Al momento, salvo clamorosi colpi di fortuna, non credo che otterranno rilevanza europea.
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