Gli
Ektomorf, quante discussioni attorno a questo nome negli ultimi anni. Un gruppo che si ama o si odia, una via di mezzo non può esistere per il quartetto ungherese capitanato dal vocalist e chitarrista
Zoltán Farkas. Autori di un genere che è stato definito o thrash o death od il misto fra i due, oppure hardcore, metalcore e via dicendo, i nostri non riescono a trovare una piena collocazione all'interno del metal. Più criticati che osannati, gli
Ektomorf hanno sfornato ben undici album dal 1994 ed ora ci ritroviamo fra le mani il dodicesimo,
Retribution. Nonostante la difficile adattabilità degli ungheresi ad un singolo e preciso genere, essi continuano per la loro strada nel loro (a mio parere) Groove/Trash/Metalcore aggressivo e senza fronzoli. Inutile, per il sottoscritto, continuare ad affermare che gli Ektomorf sono copie dei
Sepultura, dei
Soulfly o di chissà quale altra band; in questo caso ci si dovrebbe mettere a compilar una lista di quale gruppo è il doppione dell'altro e così di seguito. Il disco inizia già con violenza, con
You Can't Control Me, riff pesanti, voce graffiante, ritornelli groove che catturano l'orecchio già dal primo ascolto. La voce di Zoltán gratta e punge dall'inizio alla fine di
Retribution, senza un attimo di sosta. La successiva
Ten Plagues è un altro pezzo forte dell'album, pesante, aggressivo, guidato sempre da riff poderosi, scandito dalle parole di Zoltán
the end is near and we're all blind. Le tracce sono tutte brevi ma intense, mirate a catturare l'orecchio dell'ascoltatore, senza voler impegnarlo in ghirigori musicali inutili per il genere. Questo è confermato da
Face Your Fear, terza canzone di
Retribution. La seguente
The Escape può esser vicina più al Nu Metal di stampo americano, un pezzo potente e degno di nota che si discosta leggermente dallo stile delle altre tracce.
Who the Fuck Are You si intuisce già dal titolo non esser un'aria di musica classica, la canzone forse più thrash di
Retribution.
Numb and Sick vede la partecipazione di
Cris Machado (de
Ill Niño) come voce pulita in contrasto a quella graffiante di Zoltán, track ben costruita e sempre aggressiva.
Lost and Detroyed inizia stranamente in maniera soft e poi esplode in pieno stile
Ektomorf, differente dalle antecedenti, notabile.
Souls of Fire ha un'introduzione simil-sinfonica che apre la strada alle chitarre, seguite dal basso e infine la batteria, l'ultima a comparire è proprio la voce, a circa due minuti, quando la canzone prende il volo e si accosta al ritmo delle altre, mantenendo una inclinazione thrash.
I Hate You non perde tempo ad esprimersi, come la precedente, qui sembra di esser in ambiente punk-hardcore, variando ancora lo stile del disco. In
Watch Me gli
Ektomorf ricominciano a tessere il filo dell'inizio del disco, mentre in
Mass Ignorance è un altro pezzo veloce e senza fronzoli, pesante e vicino al metalcore.
Save Me ha un attacco oscuro, cupo guidato da una melodia di chitarra e dalla voce di Zoltán che torna a graffiare nel chorus in un ciclico alternarsi con il tenebroso motivo introduttivo.
Whisper, la traccia più lunga dell'album, è il ritorno alla potenza con dei segmenti che ricordano, anche qui, il moderno metal americano.
Collapsed Bridge è un ballad, cosa che non ci si aspetterebbe mai di trovare in un disco degli
Ektomorf, bella sorpresa.
In conclusione
Retribution è un album potente, ben strutturato, che sicuramente piacerà ai fans della band ed a tutti quelli che hanno voglia di ascoltare un disco conciso, diretto, senza troppi orpelli ed elaborazioni. Se cercate lustrini e paillette avete sbagliato indirizzo...
Video di Numb and Sick (2014)