Scandaloso che questo album sia passato quasi inosservato.
Un po' è anche colpa mia che mi ero ripromesso di parlarne poi, preso da scadenze più urgenti, ho ritardato. Parlo al passato perché il debutto dei
Conquering Dystopia è uscito ad Aprile ma solo ora sembra sia arrivato il promo ufficiale, solo ora sembra abbiano ottenuto un deal per la promozione. Poco male perché già tre mesi fa il sottoscritto era in estasi mistica ed assieme ai colleghi
Andrea Perlini e
Stefano Giorgianni scambiava pensieri impuri sui musicisti in questione.
Parliamo di un progetto messo in piedi del signor
Jeff Loomis e da
Keith Merrow (suo ex-allievo e fenomeno di Youtube) a cui si uniscono
Alex Webster ed il drummer
Alex Rüdinger (
The Faceless).
Le premesse per un disco clamoroso ci sono tutte, non vengono infatti disattese.
Abbiamo davanti 53 minuti di musica totalmente strumentale che non ha nulla da spartire con dischi auto-celebrativi pubblicati da sboroni della chitarra o invasati della batteria, qui il tasso tecnico è molto elevato ma al primo posto è stata messa la canzone, canzone che deve funzionare, deve essere appagante, emozionante, non deve far pesare la mancanza del cantato.
Tutti obiettivi centrati.
Grazie ad una produzione intelligente, le chitarre suonano fresche e fluide in fase solista, mentre in fase ritmica i suoni sono pieni, gonfi ma non eccessivamente compressi e danno modo al basso di
Webster di inserirsi splendidamente con un suono avvolgente e dare una robusta mano ai due shredder, oltre che ritagliarsi diverse parentesi da protagonista. Non mancano brani assolutamente aggressivi e potenzialmente distruttivi come
Ashes of Lesser Men (vera perla) oppure
Kufra at Dusk, in generale viene però privilegiata l'alternanza tra porzioni melodico-atmosferiche con scatti in velocità (l'opener
Prelude to Obliteration, la successiva
Tethys oppure
Nuclear Justice) in altri momenti, invece, richiamano parecchio i defunti
Nevermore (
Inexhaustible Savagery). Presenti anche canzoni più squisitamente melodiche ed atmosferiche, vedi la bellissima e toccante
Lachrymose o
Totalitarian Sphere con qualche lontana tastiera a supporto.
Ci muoviamo tra il technical-thrash ed il death tecnico-melodico, con molte divagazioni e l'assoluta fantasia come protagonista, senza che i
Conquering Dystopia si facciano ingabbiare in un sotto-genere preciso.
Volutamente non parlo nello specifico delle tecniche utilizzate dai due chitarristi, non voglio distogliere l'attenzione dalle canzoni nella loro interezza, visto che queste valgono ben di più della somma delle azioni compiute dalle loro mani.
Nonostante l'altissimo tasso tecnico le emozioni non mancano, anzi, il feeling è assoluto ed ascoltando il disco ad alto volume, la pelle d'oca si materializza a più riprese. A sostegno di tutte queste mirabili escursioni sul pentagramma abbiamo la batteria di
Rüdinger che, nonostante abbia appena 23 anni, picchia senza sosta e crea ricami con una sicurezza da veterano, mica è stato preso nei
The Faceless per la sua aria da duro in fondo.
Mi piacerebbe poter dire "correte a comprare questo disco" ma non posso farlo perché non esiste nessun formato fisico per ora (problemi contrattuali dei musicisti), dire invece "andate subito a dowlodare gli mp3" mi mette una tristezza infinita quindi: procuratevi il debutto dei
Conquering Dystopia e poche balle!
Sentirete ancora parlare di loro quando sarà ora di stilare le classifiche di fine anno. Nella mia appariranno di sicuro.
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