Come avevo pronosticato recensendo il loro demo, i napoletani Endorphine sono giunti in breve tempo all'album d'esordio, prodotto in collaborazione con la piccola etichetta Cruna Records.
Non è che ci volesse molto a prevederlo, sia perché si tratta di un'ottima formazione e sia per il fatto che in Italia esiste una frequentata scuola di pensiero che privilegia l'heavy complesso, intricato, tecnicista, rispetto magari a stili più essenziali e rustici.
La musica degli Endorphine incarna infatti alla perfezione questo spirito tanto ermetico quanto raffinato, un sound cerebrale ricco di sfaccettature tra le quali distinguiamo principalmente richiami al moderno techno-thrash di derivazione Nevermore, combinato con violenti squarci death alimentati da un growl furibondo e malvagio, ed ancora abili aperture melodiche notturne e riflessive che scatenano contrasti estremi sfoggiando vocals nitide e passionali.
In sostanza la strada scelta dai campani non è quella dell'immediatezza, ma le canzoni scorrono comunque in maniera fluida tra dilatazioni quasi progressive ed atmosfere gelide e sofferte, come si può subito notare nell'iniziale "One day" strutturata come spigoloso dualismo tra furore aggressivo e malinconico intimismo. Schema che si ripete con una certa continuità nell'album, una costante ricerca di dinamiche non lineari che se da un lato evidenziano l'ottima tecnica e la matura creatività degli Endorphine, dall'altro rendono il lavoro senz'altro più ostico da assimilare.
Posta la necessaria attenzione si accede a diversi momenti notevoli, dalla violenza nevrotica e le vocals da incubo di "Makin'me bad" alle fasi quasi sussurrate in "A world outside", uno dei vari richiami agli Opeth presenti nel disco, ed ancora al death possente e veloce di "A new yourself" o alle trame strumentali oscure e complicate della title-track e della già conosciuta "Unleashed godmind", uno dei tre pezzi del demo qui interamente riproposto in versione riadattata.
"The future seed" è un album di spessore, per certi versi esaltante se amate questo tipo di complessità metallica. Come accade sovente in questi casi è pensabile che qualche canzone potesse essere sfrondata e portata ad una struttura più snella, ma si tratta sempre di sensazioni soggettive opinabili. Ciò che è indiscutibile è l'alto livello di qualità raggiunto dalla formazione napoletana che realizza un esordio davvero notevole.
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