Prima si chiamavano come un celebre paio di scarpe (Pump), oggi quasi come un attrezzo da ginnastica o una serie di coltelli affilatissimi, ma soprassediamo e veniamo al dunque: c’è del rockenroll? Sì. E’ di qualità? Sì.
E dunque, ben venga il disco di debutto dei Miracle Master, nati come ricordato dalle ceneri dei Pump.
Un album roccioso, moderno, prodotto alla grande e caratterizzato da soluzioni di ottima qualità sia a livello di songwriting che a livello melodico. Questo consente al disco, pur non presentando elementi di “novità”, di suonare fresco e piacevole dalla prima all’ultima nota.
Credo che i crucco/danesi abbiano saputo interpretare alla perfezione il concetto della trasposizione di determinate sonorità al giorno d’oggi. Cosa vuol dire questa frase? In effetti, letta così, niente, quindi mi spiego meglio.
Se oggi vuoi suonare hard rock, hai due strade: ti metti a cercare di replicare quanto fatto in passato oppure cerchi di modernizzare il suono senza snaturarlo. La prima soluzione sembra la più facile ma non lo è affatto, perché sono ben poche le band in grado di farlo (chi ha detto H.E.A.T.?). La seconda non è certo una passeggiata, ma ti consente di guadagnare punti in termini di riconoscibilità e di provare ad allargare il pubblico di riferimento anche alle nuove generazioni di rocker.
Insomma: andateli a scoprire, perché meritano sicuramente attenzione. Band esperta e con le idee chiare, chissà che in futuro non riescano a fare il passettino in più per arrivare al top!
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