Gli
Smash Into Pieces sono svedesi (di Örebro, per la precisione, e non fanno
hard-rock settantiano? …
Oibò …) e sono, a ragione direi, considerati una delle
new sensation più accreditate ad “esplodere” nel settore dell’
alternative rock contemporaneo.
Forti d’importanti attestati di stima, di un
curriculum live di notevole prestigio e di una professionalità tutta scandinava, i nostri dimostrano di conoscere a fondo la scena di riferimento e di possedere anche la
scaltrezza necessaria per piazzare il colpo ad “effetto”, il ritornello o la melodia con l’adeguato
hook (come dicono quelli che se ne intendono …), la struttura armonica con quel tasso “giusto” di
ruffianeria in grado poi di garantire un ampio
airplay, e il relativo successo commerciale.
Sarebbe, però,
ingeneroso ridurre l’intera questione ad un caso di “furbizia” artistica, piuttosto evidente e tuttavia non sufficiente per realizzare un buon disco come “Unbreakable”, un pochino troppo patinato, forse, eppure attraente per tutti gli estimatori di Breaking Benjamin, Linkin Park, Creed, Nickelback e Hoobastank, fatalmente ammaliati da una miscela piuttosto ben congeniata di aggressione, emotività, tensione e blandizia.
“Colder”, “Heroes (as we are)”, la
gigiona “A friend like you”, le
ballads "Here to stay” e "Come along” e poi ancora la fremente "Fading”, rappresentano i “titoli guida” di un programma dalle imponenti possibilità d’affermazione, gratificato da uno spettro sonoro sufficientemente variegato (“Crash and burn” ostenta addirittura vaghi bagliori dei R.E.M. nell’impasto …), dominato dalla duttile laringe (dalle suggestive sfumature timbriche tra Bennington e Kroeger) di Chris Adam Hedman Sörbye e dalle chitarre vibranti (spesso parecchio Tremonti-
oriented …) di Benjamin Jennebo e Per Bergquist.
Gli eventi futuri ci diranno se gli Smash Into Pieces saranno stati capaci di aggiudicarsi uno spazio
davvero significativo nel
business discografico “che conta”, mentre, che ci riescano o meno, per quanto riguarda il gusto e il modo di “sentire” del sottoscritto, la prossima volta mi piacerebbe rilevare nella loro manifestazione espressiva un po’ più di “istinto” e di “rischio” e un pizzico di minore “pianificazione” e “omologazione” … che ci volte fare, in fondo, in ambito musicale almeno, resto sempre un inguaribile
sognatore …
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?