Debutto discografico per gli svizzeri Distant Past, dediti a un heavy metal classico di chiaro stampo eighties.
Da amante del genere, non potevo che essere contento una volta ricevuto il disco da ascoltare. Il problema è che, alla fine, dei dischi non basta leggere la presentazione, ma vanno anche ascoltati.
Sicuramente siamo di fronte a gente che sa suonare, ma il songwriting risulta sempre elementare, banale, quasi come se si cercasse di andare sul sicuro pur sapendo che di certo non si sta scegliendo la soluzione migliore.
Se ci aggiungiamo una voce che sforza quando sale e si appiattisce sui registri bassi proprio la sufficienza diventa un’ utopia (tanto per parafrasare il titolo dell’album).
Direi che siamo ancora lontani dall’avere una nuova band svizzera da tenere d’occhio. Tuttavia, alcuni spunti interessanti si trovano e io spero sinceramente che i Distant Past sappiano lavorare bene per raggiungere quantomeno la capacità di crearsi un sound proprio e riconoscibile.
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