Cosa possa spingere persone provenienti da un paese celebre per il sole, le spiagge, la samba ed il calcio a suonare black metal scandinavo non è dato saperlo.
Fatto sta che i brasiliani
Patria non solo pubblicano il loro quinto album di lunga durata, ma continuano a mantenere una qualità nelle composizioni piuttosto elevata che testimonia la validità di un progetto certamente degno di attenzione.
Ad onor del vero, il gruppo è originario di Carlos Barbosa, località nel sud estremo del Brasile, dove le temperature non sono quelle tropicali delle regioni più famose e i paesaggi poco hanno a che fare con spiagge e belle donne: motivazione, questa, che, tra le altre, certamente deve aver ispirato il gruppo a proporre un black metal, come già ricordato, fortemente ancorato al suono norvegese dei primi anni '90.
Le mie parole non vi traggano, tuttavia, in inganno.
La musica dei
Patria è ragionata ed attraversata da un taglio "moderno" che la rende, comunque, ben distinguibile dai modelli ai quali ho accennato.
Ai furiosi blast beat, comunque presenti in dosi massicce, i nostri alternano soluzioni più articolate che spesso indulgono in tempi medi piuttosto soffocanti e gelidi capaci di rendere i pezzi incisivi e malevoli aiutati, in questo, da una produzione eccellente.
"Individualism" risulta essere un signor album, costruito su un riffing vario e dinamico, su atmosfere malate ed evocative e su brani che traggono ispirazione, anche, dalla corrente ortodossa, svedese, del metallo nero.
Mantus, polistrumentista e mente del gruppo, sciorina una serie di melodie e di pattern dissonanti oscuri, sinistri e vagamente epici sui quali il feroce scream di
Triumphsword si erge protagonista e sprezzante portatore di odio.
La qualità migliore dei
Patria è quella di saper incanalare nella giusta direzione gli insegnamenti dei loro modelli, risultando, per tanto, "personali" e validi interpreti di un genere spesso privo di inventiva soprattutto grazie ad una notevole perizia in fase di arrangiamento.
Se avete voglia di ascoltare qualcosa che non siano i soliti nomi, i
Patria potrebbero fare al caso vostro anche perchè brani come l'opener
"Blood Storm Prophecy", la bellissima
"Orphan of Emptiness" o la devastante
"Far Beyond the Scorn" non è che si ascoltino ogni giorno, capaci, come sono, di far scorrere brividi di nero piacere lungo la schiena.
Fieri, oscuri e precisi: a voi i Patria.
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