La storia dei Below sembra una di quelle “favole da music business” che tanto piacciono alla maggior parte della critica che tiene famiglia … e che comunque ci vorrebbe campare con gli introiti pubblicitari … e così la Metal Blade, fiutato il capolavoro dopo aver ascoltato il 4 tracks Ep uscito un solo anno dopo la loro formazione, ha pensato bene di fargli firmare un contratto e spedirli direttamente ai Train Studios con Andy La Rocque per omaggiare il mondo del metal del nuovo capolavoro in fatto di epic doom metal e le masse (e le casse … ) gioirono in inebrianti canti di giubilo … Mancherebbe il “e vissero tutti felici e contanti” come in giro mi sembra vogliano farci credere, ma diffidate dalle storie strappalacrime, il morente mercato della musica metal (e non) è alla canna del gas e non avendo le “rough-track b sides and cover” dei Candlemass da poter mettere sul mercato , alla Metal Balde hanno pensato di metterci i Below … Ognuno è libero di investire come crede, solo che personalmente non sono sicuro di aver ascoltato lo stesso album di chi ha definito
“Across The Dark River” un album epocale … Sinceramente ho trovato l’album “bellino” , l’ho ascoltato piacevolmente come si ascoltano tante bands di serie b che ci piacciono per i motivi più disparati, ma che mai e poi mai porteremmo a paragone, figuriamoci sulla famosa isoletta deserta … Cosa ti aspetti quando ti annunciano i
Candlemass di
“Nightfall” , i
Black Sabbath di
“Headless Cross” e
“Conspiracy” di
King Diamond ? Uno spasmo? Che ti escano “magicamente” corna e elmetto ? Un sound pomposamente epico, selvatico, sporco e a tratti anche spettrale, che sa di sinistre traversate attraverso i boschi con testi che ti accompagnano in un mondo fantastico … non dico che
“Across The Dark River” non sia potenzialmente capace di tutto ciò in assoluto, ma a me nei ripetuti ascolti più che “gasarmi” (come mi attendevo) mi ha fatto cambiare l’umore da annoiato (quasi tutti i solos appesantiscono le composizioni e il riffing è generalmente spento), a sollevato ( l’opener
“Trapped Under Ground” mi ha fatto capire la qualità media dell’album al primo brano …) fino a strapparmi un sorriso (
“Portal” ) per poi ritornare nell’apatia del già sentito (buona parte della title track), del tutto ok, perfetto assolutamente giusto dal punto di vista stilistico e melodico, ma poi alla fine rimarrà qualcosa? Quello che sinceramente mi è rimasto dentro sono il “duetto” vocale finale di
“Bid You Farwell” molto interessante e coinvolgente, ma di qui a definirlo epocale, ci vorrà una buona dose di faccia tosta e poi … il limite dell’album, che sta nel fatto che anche quando il suono dovrebbe spingere ed essere grandiosamente maestoso non riesce ad esserlo venendo a mancargli un po’ di presenza.
“Mare Of The Night” condivide diverse melodie e rimandi con la già citata
“Portal” risultando più seventies in alcuni sonorità e mostrando comunque un po’ la corda a livello ritmico ... Non può mancare la giusta segnalazione per il cantante Zeb che messo a confronto con i grandi nomi citati nella biografia del gruppo ce la metta tutta per non uscirne devastato e alla fine con molto sforzo ce la fa e sforna una prestazione versatile, agile e in tono con il sound, assolutamente derivata e comunque di buon mestiere (
“The Whitechapel Murderer” ) . I ragazzi ci sono, ci sanno fare e il primo tentativo è andato più che bene, ma dal secondo album verrà il bello … Epic doom a la Candlemass per “vedove” dei Candlemass!
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