Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:non disponibile
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. SHE'S KILLING ME
  2. DEAR FRIEND
  3. TURN THE WORLD
  4. DON'T TURN AWAY
  5. MY TEDDY BEAR
  6. INTO THE OPEN
  7. ME MYSELF AND I
  8. THE HEART
  9. YOUR LIFE
  10. I WILL ALWAYS BE RIGHT THERE
  11. LEAVE MY HEAD
  12. COME ALIVE

Line up

  • Hagen Grohe: vocals
  • Marco Wriedt: guitar
  • Alex Landenburg: drums
  • Andrew „The Bullet“ Lauer: bass

Voto medio utenti

Quando la gente che sa suonare sul serio si riunisce in una stanza e inizia a creare, senza preconcetti, senza vincoli di genere e senza paura di osare, escono cose preziose come Into The Open, l’album di debutto dei 21 Octayne, band tedesca composta da musicisti di comprovata esperienza.

Non ci credete?

Hagen Grohe (The Joe Perry Project) alla voce, Marco Wriedt (Axxis) alla chitarra, Alex Landenburg (Rhapsody) alla batteria e Andrew „The Bullet“ Lauer (Paul Gilbert) al basso.

Vi bastano come nomi? Vi basta come commistione di generi e mentalità? Ecco.

La definizione di progressive metal che trovate come etichetta non è propriamente corretta, ma come definire qualcosa che davvero non ha confini? Ci sarebbe la voce inclassificabile, ma l’ho sempre considerata un po’ negativa, non volevo che bollaste questo capolavoro come trascurabile e spero sinceramente che l’indicazione di un genere non freni i più scettici ad avvicinarsi a questa band, perché qui dentro ce n’è per tutti i gusti, amici miei!

Si parte con le melodie e gli ottimi riff hard rock di She's Killing Me, ma con il prog ossessivo di Dear Friend già la strada è completamente diversa: una canzone ardua ma che quando al quarto minuto si apre regala gioia alle orecchie tra riff e solo. La successiva Turn The World è una semi ballad dal sapore rock, di grande classe.

Già arrivati a questo punto l’esaltazione dovrebbe essersi completamente impossessata di voi: tre generi tutti e tre trattati da maestri! Puro godimento sonoro.

Il fenomenale basso di Andrew Lauer introduce la settantiana Don't Turn Away, con un ritornello che ci consegna una band davvero mai sazia e sempre alla ricerca del colpo a sorpresa. Mancava un po’ di funk/groove, ma la strofa di My Teddy Bear ci pone immediatamente rimedio, prima che la delicata title-track e il suo splendido solo ci portino da tutt’altra parte per l’ennesima volta.
Me Myself And I è orientaleggiante e divertente, così come la successiva The Heart (Save Me), in cui Hagen Grohe da il meglio di sè dietro il microfono. Hard rock di chiaro stampo eighties con Your Life, mentre l’acustica I Will Always Be Right There è un altro centro pieno. La nervosa Leave My Head arriva a completare il percorso di follia musicale totale fino ad un’altra trascinante cavalcata hard rock come Come Alive.

Ora, non vi chiedo tanto, ma un ascolto glielo dovete. Io con uno solo mi sono convinto. Da parte mia solo applausi, davvero una piacevole sorpresa.

Come da titolo, Into The Open: uno spazio aperto in cui correre, liberi e felici.
Recensione a cura di Alessandro Quero

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 21 mag 2014 alle 13:23

Na figata!

Inserito il 21 mag 2014 alle 12:37

Farollo mio!

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.