Se un amico ti dicesse che ha scoperto una nuova band proveniente dal sud della California probabilmente te li immagineresti suonare … Swedish death metal! Ebbene si, l’immortale “suono della morte svedese” affascina ad ogni latitudine, anche là dove ti aspetteresti più che altro degli inni alle tette, ai party selvaggi e a quanto è figo essere collegiali fighi … Beh gli Skinfather non suoneranno mai a quelle feste da filmino idiota, li potrete invece trovare a macinare riff “segaioli” a manetta in qualsiasi locale malfamato degli Stati Uniti. Una caratteristica che distingue gli Skinfather da moltissime nuove bands dedite alla riscoperta delle radici svedesi è una voce catarrosa più core che death che riesce a dare un briciolo di personalità in più e che riesce ad infondere la giusta cattiveria ed attitudine sposandosi perfettamente con le sonorità proposte senza per questo portare la band in lidi oltremodo “hardcore” . Il sound è quello che conosciamo e che è codificato nella storia, i gruppi di riferimento sono veramente i soliti,
Dismember in primis ( a cui ovviamente il gruppo rende omaggio con il proprio monicker) e
Entombed, per non sbagliare aggiungiamo anche
Unleashed soprattutto per una “semplicità” ritmica piuttosto marcata … Come spesso succede i pezzi tendono ad essere piuttosto simili nella maggior parte dei casi sia come struttura che come qualità ( l’opener
“Ordeal By Fire” ,
“Drown In Black” ,
“Planes Of Ruination”) salvo in alcune rare eccezioni come
“Dead Still” dove va in atto il sacrilegio della contaminazione del sacro sound svedese con quello americano, oppure
“Born Of Despair” dove vengono a galla i sempre ben graditi
Napalm Death. A condire il tutto una sana attitudine sporca e groovy, tipicamente death ‘n’ roll, che crea una bella atmosfera per tutto l’album. Come in tutte le belle copie è bene che non ci si dilunghi più di tanto, e così in 30 minuti giungiamo alla fine di queste onestissime nove tracce, dirette, sguaiate, e soprattutto genuine. Il gruppo passerà (forse giustamente) inosservato come tanti altri gruppi revival del genere, ma se riuscirete ad andar oltre una copertina almeno”ingenua” , e non vorrete andare a cercare gli originali, per una volta, una mezzoretta di “cover” non vi farebbe male … Impossibile parlare male di un gruppo come gli Skinfather, ma dirvi che sono “followers and not leaders” è più che superfluo, per incalliti e facoltosi collezionisti …
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