Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:38 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. FIXATION ON PLASTIC
  2. LAY THE TARP
  3. BLACK SANTA
  4. ANTMAN
  5. CLIENTS
  6. UPPER DECKER
  7. HOSPICE RESIDENCE
  8. DRAGON WAGON
  9. LOVE ON THE CONCRETE
  10. BLUE LINE CRETIN
  11. HE WAS DEAD WHEN I GOT THERE

Line up

  • Guy Kozowyk: vocals
  • Mike McKenzie (aka Gunface): guitars
  • Gregory Weeks: bass
  • Kevin Rampelberg: guitars
  • Brad Fickeisen: drums

Voto medio utenti

"Clients" rappresenta il secondo lavoro dei The Red Chord, band americana nativa del Massachusetts, formatasi 5 anni fa e protagonista di un'intensissima attività underground a base di più di 400 concerti in giro per gli Stati Uniti, che ha fruttato loro la possibilità di esordire sul mercato discografico con il debut "Fused Together In Revolving Doors" prima, di procurarsi un deal con la prestigiosa Metal Blade poi, e di ottenere la possibilità - di gran lunga la cosa migliore che potesse accadere loro, ovviamente - di poter essere recensiti da me sulle nostre pagine in questo momento. Battutacce di dubbio gusto a parte, possiamo tranquillamente inserire il lavoro della band nel filone del death/grind schizzoide e cerebrale, o forse sarebbe meglio dire cerebroleso, nel quale una solida base brutal di puro stampo americano viene letteralmente dilaniata da continui cambi di tempo e da incessanti brandelli ora hardcore, ora grind, ora melodici e sognanti. I Red Chord non si risparmiano in quanto a furia esecutiva, dando l'impressione di voler correre il più possibile con i loro strumenti in una devastante corsa ad eliminazione per vedere chi di loro arriva primo alla fine di ogni singolo pezzo. La batteria di Brad Fickeisen guida con grande maestria le deviazioni sonore elaborate da Gunface, Gregory e Kevin, mentre la voce di Guy, una sorta di Mike Di Salvo elevato al quadrato, si destreggia molto efficacemente in questa giungla, riuscendo a trovarsi a proprio agio sia nei passaggi strozzati che in quelli a voce pulita. L'ascolto di "Clients" mi ha riportato indietro di dieci anni, quando per la prima volta inserii il dischetto d'esordi degli Exit 13, quel "Don't Spare The Green Love" che dimostrava come si potesse elaborare buona musica in maniera originale senza dover inserire a forza troppi elementi musicali estranei alla matrice estrema di fondo presente nelle composizioni. Non mi resta che consigliare il presente lavoro a chi ama bucherellarsi i timpani a suon di techno death ed affini. Byez.
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto

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