Ok, è ufficiale:
ho perso la capacità di sognare*.
Un tempo, neanche tanto lontano, un album come "
The Quantum Enigma" degli
Epica mi avrebbe fatto sobbalzare sulla sedia, gridare al miracolo, uscire seminudo per le strade di Ravenna sventolando la bandiera dell'Olanda, scivere l'ennesima lettera d'amore non corrisposto per Simone Simons, provocato in me fastidiose polluzioni notturne. E invece...
Per carità, non sto parlando del valore oggettivo di un album che è curato e sbrilluccicante sotto ogni punto di vista: produzione stellare, songwriting ispirato, musica convincente e potente, arrangiamenti da perdere la testa e la solita prestazione maiuscola della rossa più amata dagli italiani. Eppure, come scrivevo poco tempo fa ad alcuni amici/collaboratori, mi è capitato per puro caso di ascoltare, subito dopo questo intero album, "
Blackbird" dei Beatles. Un minuto e cinquantauattro, una chitarra acustica e una voce, semplice eppure così dannatamente costruita, cercata, curata in ogni singola nota che, per contrasto, i 69 minuti di "The Quantum Enigma" mi appaiono per quello che realmente sono (almeno nella mia testa), un clamoroso esercizio commerciale, votato (con sicuro successo) a vendere, far soldi, colpire l'ascoltatore medio proprio là dove deve essere colpito. Tutto, in questo album, è talmente al posto giusto da puzzare di "tavolino": dalla magniloquente intro "
Originem", al mid tempo pomposo ed orchestrale "
The Second Stone", dalla bellissima e cattiva "
The Essence of Silence" giù giù per ogni singola traccia di questo (ammettiamolo, orsù) bellissimo album.
La questione rimane. A me, sinceramente, gli Epica mi danno la sensazione di quelle macchine ormai totalmente parte del music business, costruite ed obbligate a produrre sempre lo stesso tipo di album, per soddisfare le pressanti richieste di fan base, mercato e label. Come i Kamelot degli ultimi tempi, come i Delain (premio Sbranf-delusion 2014), come i Dream Theater, e via discorrendo.
Andando velocemente alle conclusioni: il valore oggettivo e commerciale di "
The Quantum Enigma" è altissimo, essendo il cosiddetto 'disco perfetto' per gli Epica, che ci faranno l'anima dei soldi; il valore strettamente artistico, personale, musicale, almeno per il sottoscritto, è invece la risicata sufficienza, essendo la diligente esecuzione del compitino. Quindi 9 e 6, sommo e faccio la media. Voila il suo bel 7,5, signori. Ma, ripeto per l'ultima volta, scegliete voi l'approccio che più vi si addice. Come dire, se vado in pizzeria di certo non devo aspettarmi di mangiare
foie gras. Mi mangio questa bella capricciosa, ben condita e cotta a puntino, ma sempre una pizza rimane. Oh, poi io la pizza l'adoro, quindi....
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