Vista la complicata situazione del mercato discografico è difficile parlare di “spasmodica attesa” per quanto riguarda un nuovo album, però credo di non sbagliare poi molto se dico che molte delle speranze per un 2014 estremo e di qualità erano riposte nel nuovo album degli
Aborted e così l’attesa per il nuovo
“The Necrotic Manifesto” è andata crescendo di giorno in giorno da quando la band svedese ha comunicato di essere al lavoro sul successore dell’acclamato
“Global Flatline” … Diciamo subito che il nuovo album suona ancora più diretto e devastante del precedente
“Global Flatline” , che con la sua "quadratura" death, aveva messo tutti d’accordo dopo che la band aveva oltremodo riempito la propria musica di influenze “core” . In un panorama estremo che avrebbe bisogno anche di linfa nuova suona un po’ strano l’avversione registrata nei confronti degli Aborted allorché hanno voluto evolvere il proprio sound verso lidi più contaminati (
“Slaughter & Apparatus : A Methodical Overture” e
“Strychnine213” ) , ma tant’è, sappiamo bene che il pubblico metal è tra i più fedeli al mondo, ma è anche vero che non ama troppo le evoluzioni o le sorprese improvvise … Come accennato, con
“The Necrotic Manifesto” potete stare tranquilli, gli
Aborted in quest’album vi danno ciò che volete, un album che suona simile al precedente (grazie anche alla saggia decisione di affidare di nuovo a Jacob Hansen la produzione, dopo che il precedente
“Global Flatline” e il devastante
“Goremageddon” avevano già usufruito dei suoi servigi) in modo da accontentare la maggior parte dei fans “ritrovati”, ma allo stesso tempo, non rinuncia a riprendere le famose influenze “core” che tanto avevano fatto “scandalo” . Ad impreziosire ancor di più l’album ci sono delle evidenti influenze svedesi thrasheggianti (la stessa title track ne è un esempio lampante) dove la band si lancia in ottime cavalcate sempre dinamiche, fresche, incalzanti e , ovviamente, devastanti. Ottimo anche il lavoro in fase solista che con dei solos non eccessivamente melodici, ma neanche troppo dissonanti, riesce ad elevare ancor di più la qualità dell’album. Mi riesce difficile scegliere quale sia l’album migliore degli
Aborted se paragoniamo
“The Necrotic Manifesto” con il precedente, entrambe sono ottimi, entrambe distruttivi e pesanti, ma è innegabile come in ognuno di essi ci sia una personalità spiccata che lo definisce e lo contraddistingue, ora verso lidi più death (
“Global Flatline”) ora verso lidi più “evoluzionisti” . Quello che era riuscito solo in parte con
“Strychnine 213” giunge ora a compimento, se non ci credete provate a dare un’ascoltata a
“An Enumeration Of Cadavers” ,
“Davidian Deceit” o
“Coffin Upon Coffin” dove su una base a limite del grind (core) si incastrano solos melodici e riffs a la
Carnal Forge . Non mancano ovviamente le bordate/sfuriate più classiche che hanno sempre fatto bella mostra di se in ogni album degli
Aborted e così
“Your Entitlement Means Nothing” o
“Excremental Veracity” ci ricordano che i
Napalm Death sono e saranno sempre un riferimento inevitabile quando vogliamo parlare di queste sonorità, l’importante è non limitarsi a copiare ma cercare in tutti i modo di aggiungere un tocco personale come gli
Aborted fanno ormai da anni. Se ancora non foste convinti della bontà dell’album date un’ulteriore (definitiva) ascoltata a
“Cenobites” , pezzo folle per la band, visto che stiamo parlando di un brano che supera i 5 minuti e in questi standard musicali potrebbe tranquillamente definirsi come “suite progressive” . Arrivati alla fine di
“The Necrotic Manifesto” non posso che manifestare il mio assenso e il mio supporto nei confronti di una band che ha basato tutto la propria carriera sulla qualità e sull’onestà. Bravi.