Il numero di album complessivo dei veterani
Vader è oramai un dettaglio, non ha più senso contarli, e forse non ha nemmeno più senso fare un paragone con il passato più o meno remoto (sono in giro dal 1983).
Ciò che ha senso, nel 2014, è ascoltare il nuovo “
Tibi Et Igni” ed emozionarsi come ai bei tempi. A partire dalla apocalittica copertina, opera del maestro
Joe Petagno, passando per certe introduzioni orchestrali dell’iniziale “
Go To Hell” oppure “
Hexenkessel”, per finire al sound cattivo, violento, veloce, ricco di solos e melodie oscure, con una produzione leggermente ovattata, tutto, ma proprio tutto, il pacchetto riporta indietro ai tempi d’oro del Death Metal di fine anni ’80 inizio anni ’90.
I
Vader non hanno mai ceduto al dogma dell’ultra-brutalità e dell’iper-tecnicismo, pur non difettando né dell’una né dell’altro, rimanendo ancorati ad un modo di suonare che rigurgita le proprie influenze thrashy per creare canzoni che abbiano ancora un senso, che siano distinguibili, che siano heavy nel vero senso del termine.
Da quanto finora detto pare evidente che i polacchi abbiano centrato l’obiettivo. E se non mi credete provate ad ascoltare, che ne so, una a caso, “
Triumph Of Death”, il cui coro vi si pianterà in testa:
“To the grave, to the grave, still marchin’ on to the grave!”
Un vero e proprio manifesto della band. Ma anche la violentissima “
Armada On Fire” è da cardiopalma.
E poi ve la devo dire tutta, “
The Eye Of The Abyss” è una delle migliori canzoni mai composte dai
Vader. La canzone comincia con una intro di tastiere da pelle d’oca e brividi, oscura, evocativa, melliflua, a tratti epica, anche grazie a un coro polifonico e a sinistre note d’organo, e sembra davvero che l’abisso si stia schiudendo sotto i nostri piedi. Poi partono i ragazzi ed è una sinfonia di brutalità e perizia tecnica dove non manca nulla, proprio nulla. Ritmiche potenti che fanno a pugni con un riffing crudo che sembra di sentire gli
Immolation.
Vorrei dirne di più, ma preferisco che siate voi a scoprire tutto il resto.
È chiaro che i
Vader non inventano nulla, si limitano semplicemente a dare a tutti noi una lezione di Death Metal. Un disco che va ascoltato e imparato dalla prima all’ultima nota della doomy “
The End”.
W il Death Metal, W i Vader, W la Polonia!