Quando ci si trova a recensire un album di un gruppo storico e importante come i
Loudblast, si è di fronte ad un bivio: giudicare il lavoro per quello che è senza considerare il passato, glorioso, della band, oppure, cosa più frequente, ricordarne la storia e quindi valutare di conseguenza.
Il precedente
"Frozen Moments Between Life and Death" aveva eliminato ogni dubbio: da qualunque parte lo si guardasse e da qualunque prospettiva lo si giudicasse, il disco era (e resta) un capolavoro.
Il nuovissimo
"Burial Ground", fuori da poco per Listenable Records", ci conduce, invece, nuovamente di fronte al crocevia di cui sopra.
Preso a se stante è un signor disco.
Death metal sulfureo, maligno ma al tempo stesso melodico e quasi sognante, come da tradizione in casa
Loudblast.
Raffrontato al passato,anche recente, del gruppo, l'album mostra, invece, qualche debolezza.
Il songwriting è meno ispirato e i pezzi meno immediati.
I vertici "poetici" del suo predecessore vengono solo lambiti, la bellissima
"Darkness will Abide", mentre nel complesso il disco resta un buonissimo lavoro di puro death metal old style senza possedere, tuttavia, vere e proprie eccellenze.
Intendiamoci bene però.
"Burial Ground" ha più idee al suo interno di quelle contenute in intere discografie delle band death "moderne", può contare su musicisti esperti e preparati, ha dalla sua una serie di assolo dalla qualità squisita e sa alternare, con sapienza, momenti più efferati ad altri in cui emerge, prepotente, lo spirito melodico dei transalpini.
Tuttavia resta inferiore al precedente lavoro e ai vecchi album del gruppo.
Poco male, per quanto mi riguarda.
Questo è vero death metal, è musica realmente personale e concretamente affascinante, musica da ascoltare e rispettare per capire come, ancora oggi, una band in giro dalla fine degli anni '80 abbia ancora tanto da insegnare e sappia evolversi senza ripetersi, restando in ogni caso al passo con i tempi.
Ancora una volta un album da avere.
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