"A qualcuno piaceranno sicuramente, ma secondo me il margine di miglioramento degli Ajattara non è ancora colmato, e mi aspetto letteralmente un'esplosione con la terza prova."
Con queste parole terminava la mia recensione del precedente album "Kuolema", ad opera del gruppo parallelo di Pasi Koskinen (Amorphis). Purtroppo dopo due lavori certamente non da buttare, ma privi di qualsiasi spunto di genialità, mi sono stufato di aspettare il salto di qualità da parte di questi finlandesi. Probabilmente il massimo che possono fare è questo: un album onesto, ben suonato, molto omogeneo, in grado di raccogliere la sufficienza. E' un peccato, perché qualche momento ispirato in "Tyhjyys" ("vuoto") lo troviamo anche, vedi le epiche "Katumuksen Kyinen Koura" e "Uhrit"... ma il problema affiora in tutta la sua gravità quando il gruppo rallenta decisamente i tempi buttandosi su un doom davvero troppo semplice. Come avevo già avuto occasione di notare precedentemente, la musica degli Ajattara è primitiva ed essenziale, ma in alcuni momenti corre il rischio di trasmettere una sensazione al limite della banalità. C'è da dire che lo screaming di Ruoja/Pasi è davvero ottimo e che anche il drumming di Malakias III si segnala per alcuni interventi ispirati... ma non credo che questo basti per rendere "Tyhjyys" un album appetibile. L'importante è non illudersi... evidentemente il gruppo finlandese, visto anche il tipo di musica suonata, più di così non è in grado di rendere. Capito questo, non metto in dubbio che qualcuno a forza di ascoltarlo possa anche riuscire a farsi piacere questo terzo capitolo.