A molti anni da “Der golem”, esce un nuovo lavoro di
Il Segno del Comando, la dark-prog-occult band di Genova.
Non c’è più il cantante e ispiratore Mercy, ed ora la direzione artistica è appannaggio del bassista/tastierista Diego Banchero. L’impostazione non è comunque cambiata: un lavoro complesso, articolato, musicalmente e concettualmente profondo, costruito intorno alla figura ed agli scritti del controverso Gustav Meyrink. Si può notare un più marcato riferimento al prog italiano anni ’70, nella sua versione oscura, ed alle colonne sonore dei cult-thriller di Argento e Bava. Non per niente Banchero ha chiesto l’intervento di personaggi celeberrimi come Claudio Simonetti (Goblin), Gianni Leone (Balletto di Bronzo), Martin Grice (Delirium), Paul Nash, Sophya Baccini ed altri ancora, quasi a sottolineare come le radici di questo lavoro affondino in un’epoca di grande creatività del rock nazionale.
Il disco è difficilmente segmentabile, essendo una sorta di concept-opera e soprattutto un intricato incastro di ritmi, sonorità ed atmosfere di alto livello evocativo. Volendo, si può segnalare la corposità di “La bottega delle meraviglie”, le monumentali architetture in “Chidher il verde” e “Il manoscritto”, la struggente intensità racchiusa in “Retrospettiva di un amore” ed ancora la fuga strumentale jazz-prog “L’evocazione di Eva” che mette in luce l’indubbia preparazione musicale della formazione.
Chi conosce la particolarità e l’originalità delle produzioni Black Widow, non si faccia sfuggire il nuovo gioiello de Il Segno del Comando.
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