L'arrivo di Andy B. Franck ha indubbiamente fatto fare un bel salto di qualità ai
Brainstorm, che a partire da "Ambiguity" (uscito nel 2000) hanno definitivamente messo a fuoco la propria proposta musicale, inanellando una lunga serie di uscite, alcune più (la maggioranza) riuscite, altre (davvero poche) un po' meno.
Il nuovo "Firesoul" si colloca dalla parte alta della classifica, forse non proprio al vertice ma quantomeno da quelle parti, con i Brainstorm che fanno quello che riesce loro meglio: una personale rivisitazione dello US Power & Speed Metal, sfruttando anche la compattezza di una line-up stabile ormai da quattro dischi, con Andy B. Franck che snocciola tutto il talento che madre natura gli ha donato e la ritrovata collaborazione con Achim Köhler che contribuisce a dare alle canzoni la spinta necessaria per lasciare il segno.
Quello che lasciano le chitarre di Torsten Ihlenfeld e Milan Loncaric (entrambi membri originali del gruppo) già a partire dall'opener "Erased by the Dark", e che rimarcano poi nella seguente titletrack, uscita come singolo e per la quale hanno realizzato anche un bel video.
A dispetto di un refrain dal marcato appeal melodico, "Descendants of the Fire" ha nel suo D.N.A. reminiscenze Thrash, ben incalzata da parte della sezione ritmica formata dal bassista Antonio Ieva e da Dieter Bernert, dietro alle pelli sin dagli esordi, e non manca nemmeno la solita buona prova dei due axemen. E’ Andy B. Franck a salire poi sugli scudi su "Entering Solitude", che con il suo incedere drammatico e vagamente malinconico ricorda i migliori Angel Dust e ... Brainstorm.
Se il mid tempo "Recall the Real" e la saettante "Shadowseeker" ci ricordano quelli che sono i natali dei Brainstorm con richiami al Power Metal Teutonico (un po' alla maniera degli ultimi Primal Fear), con un tocco melodico che non manca nemmeno a "Feed Me Lies", uno dei momenti più alti dell'album, la serrata "What Grows Inside", sembra guardare direttamente oltreoceano a un crocevia tra Metal Church e Nevermore.
Mancano ancora un paio di pezzi alla conclusione, e smarchiamo prima "The Chosen" con un Franck che si fa decisamente
dickinsoniano e infine "...and I Wonder", l'episodio che raccoglie le pulsazioni melodiche del gruppo che conferma di sapersela cavare anche in questi frangenti, scegliendo di non cadere nel tranello della solita mielosa ballad.
Dieci dischi e non per tutti... che i Brainstorm si appuntino pure la prima stella sul petto! Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it