Le case discografiche sono sempre alla ricerca di nuove sensazioni e di canali discografici inediti per provare ad aumentare gli introiti o almeno per continuare a vivacchiare in una situazione commerciale sempre più in difficoltà ed ecco che la Inverse Records pensa bene di ristampare, a due anni dalla sua prima uscita ufficiale, il debut album dei finlandesi
Womit Angel . Perché l’etichetta tedesca abbia deciso una simile mossa non è dato sapersi (almeno che non si tratti di un clamoroso ritardo promozionale ...) , ma certamente avrà influito il non brillantissimo (eufemismo) ultimo
“Vigorous And Liberating Death” degli
Impaled Nazarene, perché? Beh semplicemente perché i
Womit Angel sono una clone band dei connazionali I.N. e sono delle copie in tutto e per tutto … i Womit Angel suonano sado/punk/black metal a la
Impaled Nazarene periodo
“Latex Cult” (non proprio il miglior album della sterminata discografia di Mr Luttinen) e non fanno niente per distinguersi dai loro numi tutelari, anzi, se mai ce ne fosse bisogno, cercano di essere quanto più possibili uguali a loro nel logo, nel look (cuoio e maschere antigas a profusione) , nei nicknames scelti e nell’attitudine, l’unica cosa che non corrisponde è la qualità della musica, perché se è vero che gli
Impaled Nazarene qualche passaggio a vuoto l’hanno avuto durante la loro carriera, è pur vero che hanno firmato almeno2/3 albums unici e straordinari, usati tutt’ora come pietra di paragone nel panorama estremo … I
Womit Angel invece al debutto fanno fiasco “grazie” ad una manciata di canzoni che in buona parte erano già state proposte nei due demo/ep precedenti a questo lavoro. Su tredici canzoni si salvano
“Armageddon Belongs To Me” grazie ad un riffing scippato direttamente agli
Impaled Nazarene, a tal punto che vi invito ad inserire il brano in un ipotetico “best of” degli I.N. e poi provare ad allenarvi nello scoprire l’intruso… .
“Werewolf Extravaganza” è un altro pezzo che senza esagerare e senza toccare le “vette” di “Armageddon … ” riesce comunque a stamparsi in testa non fosse altro perché ad un buon riff e ad una sezione ritmica indemoniata, fa da contraltare un lavoro solistico a dir poco amatoriale. Ultima segnalazione di merito per
“Monastery Pervert” che pur non essendo un pezzo strappa applausi riesce comunque ad eccellere rispetto agli altri per la sua ottima vena aggressivo/melodica. E gli altri dieci pezzi? Beh diciamo che sono per lo più soprassedibili, tutti simili, anzi diciamolo proprio, tutti uguali per mancanza d’ispirazione e , ancor peggio, per mancanza d’impatto. La band si salva solo grazie alla propria attitudine che per quanto derivata è comunque genuina e “simpatica” . Vedremo cosa faranno con il prossimo album, ma se il futuro si vede dal debut mi sa che i nostri incontri potrebbero anche finire qui …
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