Formazione tedesca all'esordio per la Massacre Records, gli
Edgedown si adoperano in un Power & Heavy Metal d'ampio respiro che comunque lascia trapelare le proprie radici teutoniche, nel suono discretamente ruvido quanto nella prestazione dietro al microfono di Andreas Meixner, non un fuoriclasse ma un più che dignitoso gregario.
Proprio questo alla fine si rivela il limite degli Edgedown, che svolgono abbastanza bene il loro compito, ma non riescono a entusiasmare né per fantasia né per impatto fisco.
Bisogna riconoscere che, saltata a piè pari l'inutile intro, l'album si apre nei migliori dei modi, con la stessa energica titletrack e soprattutto "In a Dream", una rapida galoppata lungo le praterie del Metal con un cantato serrato e veemente da parte di Meixner, per chiudersi però in maniera piuttosto scontata con la melensa "Flames", una ballad che se la sfanga tra i Metallica più
teneri e i lenti degli Scorpions.
Nel mezzo si segnalano "Shot in the Dark" dalle chitarre in grande spolvero (comunque Michael Zebhauser e Mathias Gaßner dimostrano di aver buongusto per tutto l'arco del disco), "Live Together or Die Alone", dove incontriamo l'ospite Georg Neuhauser (cantante dei Serenity) e la veemenza di "Fate" e di "No One's Prey", quest'ultima giustamente scelta dalla Massacre come canzone apripista per l'esordio degli Edgedown.
Un gruppo che riascolteremo più che volentieri.
Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
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