È di qualche mese fa la notizia che la Nuclear Blast Records ha deciso di mettere sotto contratto gli
Exploited, storica band inglese che perfino le vostre nonne conosceranno, almeno di fama. Dato che il loro ultimo lavoro in studio risale niente meno che al 2003, e che negli ultimi anni i nostri hanno mantenuto vivo il proprio nome solo grazie ai devastanti live show in giro per il mondo, come spesso accade in questi casi la label tedesca ha deciso di rinfrescare la memoria ai più giovani e ai più distratti, ristampando gli ultimi tre lavori della band capitanata da Wattie Buchan. Chi conosce bene la discografia degli inglesi capirà subito che non è un caso che la NB abbia scelto proprio questi tre album. Per i meno informati di voi ecco un piccolo riassunto della carriera degli ‘sfruttati’… Dopo i primi due devastanti album “Punk’s not dead” e “Troops of Tomorrow”, capolavori nonché bandiera dello street punk, i nostri danno alla luce “Let’s start a war”, un terzo disco leggermente inferiore alle aspettative, prima di perdersi per strada con due release sicuramente non memorabili come “Horror epics” e “Death before dishonour”. Ed è qui che c’è la svolta nella loro carriera, con la decisione di avvicinarsi progressivamente al metal, al thrash in particolare, e quindi la pubblicazione dei tre album che andremo ad analizzare, e che la Nuclear Blast, non a caso, ha deciso di ristampare, in quanto decisamente più affini al proprio catalogo.
NB: questo cappello è comune a tutte e tre le recensioni…
Sei sono gli anni che sono serviti agli
Exploited per continuare a cambiare (definitivamente?) pelle, lasciandosi alle spalle quasi completamente lo street punk degli esordi per approdare ad un thrashcore di pregevole fattura. Le avvisaglie contenute in “The massacre” trovano finalmente la loro dimensione in questo nuovo album, che fin da “Affected by them”, secondo brano in tracklist, mette in chiaro come stanno le cose… L’hardcore è sempre presente, ci mancherebbe, l’attitudine è sempre la stessa, ma il sound ora è spesso e volentieri al limite del thrash, basta ascoltare brani come “Fightback”, la già citata “Affected by them” o “They lie”, giusto per nominarne un paio, per capire di cosa sto parlando. Per il resto ci troviamo di fronte ad un disco hardcore molto violento, che delle origini più strettamente punk conserva solo le urla beduine di Wattie, e, ovviamente, i soliti testi anti-tutto, trade mark imprescindibile del cantante.
Sicuramente i continui cambi di line-up, con il solo Wattie membro storico ed originale presente in tutte le formazioni dal ’79 ad oggi, hanno influenzato l’andamento dei brani, così come, presumo, un voler attualizzare il proprio sound, uscire dal ‘ghetto’ punk, abbracciare nuove schiere di sostenitori. Quanto ci sia di naturale o di calcolato a tavolino non so dirvelo, ma a giudicare dalle reazioni che da sempre i nostri hanno avuto ai loro concerti, posso dire che ai propri fans, superato il primo impatto, questi cambiamenti non hanno dato fastidio più di tanto. Anzi, i ragazzi che hanno costantemente seguito la band lo hanno fatto anche e soprattutto per il fatto che, pur avendo cambiato coordinate, l’attitudine è rimasta sempre la stessa, non rinnegando mai le proprie origini punk…
Al di là di queste considerazioni, il disco merita proprio, e ci riconsegna, finalmente, una band in piena forma, dopo i dischi non esaltanti del decennio precedente. Tutto funziona perfettamente all’interno di “Beat the bastards”, i pezzi viaggiano che è un piacere, la band suona bene, la produzione è potente. Cambia la forma, ma la sostanza resta la stessa, gli Exploited tritano tutto, qualunque sia il modo che utilizzano per farlo…
PS: a differenza di “The massacre” e "Fuck the system", in questa ristampa non sono presenti bonus track.
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