Qualche speranza se l'erano lasciate alle spalle in occasione del loro album d'esordio, ma il nuovo "Ocean Blade" le spazza via senza nessun tentennamento.
Già, la personalità non fa proprio parte del repertorio dei
Gloryful, certo questo quintetto
made in Germany ha altre frecce nella propria faretra, come la devozione e l'attitudine (per quanto la prestazione di Johnny la Bomba possa essere migliorata), l'irruenza e la capacità di saper cogliere le giuste melodie e i riff migliori.
Peccato che vadano a coglierli dal songbook delle altre formazioni, e soprattutto che lo facciano senza cercare di metabolizzarle e di rivederle sotto un'ottica un minimo personale.
Tra quarti d'ora dove incrociamo un po' di Iron Maiden, Blind Guardian, Manowar e Running Wild qua e là, peraltro senza segnali di continuità, e sulla conclusiva "Ocean Legacy" i Gloryful poi
riciclano pure se stessi, con un violoncello che riprende il tema di "Black Legacy".
Per non accorgercene forse avremmo dovuto seguire l'esempio di Ulisse e dei suoi compagni di viaggio, ma devo ammettere che non sarei per nulla d'accordo nel farmi legare all'albero di una nave e tantomeno a dover ricorrere a dei tappi di cera... meglio che i Gloryful provino a far qualcosa di meglio.
Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
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