Sinister - The Post-Apocalyptic Servant

Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2014
Durata:58 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. THE SCIENCE OF PROPHECY
  2. THE MACABRE GOD
  3. THE SCULPTURE OF INSANITY
  4. THE END OF ALL THAT CONQUERS
  5. THE MASQUERADE OF AN ANGEL
  6. THE DOME OF PLEASURE
  7. THE POST-APOCALYPTIC SERVANT
  8. THE ART OF SKIN DECORATION
  9. THE SAVIOUR
  10. THE BURDEN OF MAYHEM
  11. FALL FROM GRACE (MORBID ANGEL COVER)
  12. DEADLY INNER SENSE (PARADISE LOST COVER)
  13. UNSTOPPABLE FORCE (AGENT STEEL COVER)

Line up

  • Aad Kloosterwaard: vocals
  • Bastiaan Brussaard: guitars
  • Dennis Hartog: guitars
  • Mathijs Brussaard: bass
  • Toep Duin: drums

Voto medio utenti

È sempre un piacere constatare che una band storica come i Sinister sia ancora in giro, sebbene i fasti degli inizi siano ben lontani. Il precedente “The Carnage Ending” mi aveva lasciato con l’amaro in bocca, un po’ per la produzione, dai suoni non troppo nitidi, e un po’ per l’aspetto compositivo, troppo piatto e monocorde.
Il nuovo “The Post-Apocalyptic Servant” aggiusta un po’ il tiro, quantunque la produzione continui a non piacermi, per via del suono delle chitarre troppo zanzarose e confusionarie. Aggiusta il tiro perché il sound torna ad avere un minimo di dinamicità che fa di una canzone death metal una killer song e, soprattutto, per un certo flavour epico che rimanda a certe aperture di Nile e Morbid Angel.
The Sculpture Of Insanity” potrebbe averla tranquillamente composta Karl Sanders. Notevole anche “The Macabre God” e molto buona “The End Of All Conquers”.
Il disco, tuttavia, perde un po’ di mordente via via che le tracce scorrono, anche se la title-track è un gran bel pezzo. I pezzi tendono a tralasciare quanto di buono avevano mostrato all’inizio per concentrarsi sul pestaggio forsennato degli strumenti.
Un altro aspetto che mi lascia perplesso è la voce del singer Aad Kloosterwaard, gutturale e involuta, ma non sempre capace di esprimere una brutale potenza.
Chiudono il disco tre cover, che nulla aggiungono e nulla tolgono al valore di questo disco, valore che è discreto anche se non fa gridare al miracolo.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 29 mag 2014 alle 13:23

Sono rimasto indietro! Sono fermo al bellissimo Afterburner... Sarà il caso di sentire che hanno combinato :-)

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