Quella dei finlandesi
Vainaja è una storia “complicata” e il loro debut concept album
“Kadotetut” ne è, ovviamente, parte integrante, dunque per forza di cose sarà un po’ forzato il riassunto della storia … Nella Finlandia rurale del XIX secolo pare succedessero cose strane … La tradizione popolare “racconta” di culti malefici che portavano il caos tra i fedeli … I culti erano particolarmente crudeli … Solo tre personaggi che prendevano parte a questi eventi erano noti, il prete locale Wilheim, il cantore della chiesa Kristian e il becchino Aukusti … Cosa facessero questi tre personaggi nei loro riti è “finalmente” svelato, da loro stessi, nei nove capitoli di
“Kadotetut” … Unica controindicazione è che si tratta di un concept completamente in finlandese … e non so se il booklet abbia o meno i testi tradotti … Detto questo non ci resta che parlare della colonna sonora apposta a questi tetri racconti … un po’ a sorpresa i finnici
Vainaja ci raccontano di questi riti con un death doom d’annata, si proprio il death doom che iniziammo ad apprezzare nella sua pura e migliore espressione agli inizi degli anni ’90 … Diciamo
Paradise Lost e non dovremmo sbagliare, ma i
Vainaja sono meno gotici e più “horror” oriented ( il lavoro di arrangiamento in
“Risti Kädessäni” è a dir poco sinistro) , pensiamo agli
Anathema e ne potremmo trovare la pesantezza degli albori della band di Liverpool. Io in mezzo a tutto questo revival ci ho sentito parecchio dei
Gloomy Grim (guarda caso anche loro finlandesi) soprattutto nelle parti più sinistre e tetre (
“Väärän Ristin Valtakunta” ) . E’ innegabile che costruire della musica partendo dalle parole sia più difficile, ma i nostri tre finlandesi sono riusciti comunque a confezionare una prova onesta, discretamente suonata, non eccelsa sulla lunga durata ma con dei momenti “esaltanti” come in
“Kahleiden Kantaja” e
“Valon Lapset”, seguiti, però, da altri molto più ordinari. Un grande pregio dei Vainaja è quello di essere per lo più concisi e diretti nella loro proposta visto che in un solo caso (
“Viimeinen Tuomio” ) ci si addentra oltre i 7 minuti, mentre per il resto si tengono sempre ben ancorati alla forma-song evitando di essere noiosi per eccesiva prolissità . Veramente ottimo il lavoro a livello grafico e d’immagine, un punto in più a loro favore che li fa emergere un pochino di più rispetto alla concorrenza.. Se siete amanti di queste sonorità apprezzerete senz’altro quest’album senza per questo che dobbiate rivedere le vostre gerarchie storiche in materia.
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