Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2014
Durata:43 min.
Etichetta:Rocksector Records

Tracklist

  1. IT RULES
  2. NEVER GIVE UP
  3. ROAD TO MADNESS
  4. RAZORBLADE
  5. PASSION OF DIRT
  6. STREETS
  7. BLEEDING DAYS
  8. THE UNKNOWN FEELING
  9. SCARS OF LIFE
  10. INJECT

Line up

  • Marco Kern: vocals, guitar
  • Rene Auer: guitar
  • Dominik Eder: bass
  • Matthias Mai: drums

Voto medio utenti

I Garagedays sono austriaci e in “Passion of dirt”, secondo albo che arriva dopo il debutto del 2011 “Dark and cold”, propongono una grintosa esposizione artistica fatta essenzialmente di metallo classico e thrashoso, pesantemente ispirato da Tank, Motorhead, Metallica, Accept e Testament, ma piuttosto schietto e godibile.
Realizzato con il contributo di Ralf Scheepers (co-produttore dell’opera e ospite vocale in tre tracce) e Andy LaRocque (in sede di mixaggio e masterizzazione), il disco si muove con una certa disinvoltura tra scariche abrasive e momenti più meditati, rivelando immediatamente le notevoli qualità di Rene Auer, un solista sicuramente preparato e sufficientemente eclettico da disimpegnarsi con una certa sicurezza in entrambe le circostanze espressive.
Anche la chitarra ritmica di Marco Kern appare alquanto solida e precisa, mentre per quanto riguarda la sua voce diciamo che piacerà soprattutto a chi nella fonazione modulata non cerca particolari doti di estensione e si “accontenta” di una forma di granulosa e viscerale emissione canora (qualcosa tra un Hetfield con un principio di laringite, Mille Petrozza e il mitico Lemmy), per un risultato complessivo comunque piuttosto adeguato ed efficace, in grado di non essere completamente annichilito nemmeno dalla presenza di Scheepers.
Alla fine, infatti, pur gradevoli, i brani a cui prende parte in varia misura l’ugola del celebre produttore, ovvero la poderosa title-track del Cd, “The unknown feeling”, una ballatona dagli accenti melodrammatici, e “Scars of life”, con il suo pulsante e incendiario crescendo emotivo, non risultano i best in class della situazione, che per quanto mi riguarda si chiamano “Never give up”, una scarica di pura adrenalina punkeggiante, “Streets”, un (semi)strumentale ricco di pathos ed epos e “Road to madness”, capace di avvincenti progressioni armoniche arricchite da barlumi di doom e di NWOBHM.
“It rules”, “Razorblade” (Motorhead meets Metallica) e “Bleeding days” sono altre discrete “mazzate” sui denti, e assieme alla nuovamente enfatica “Inject”, finiscono per consegnare al pubblico dei metal-heads quarantatre minuti di musica catartica e intensa, non certo “rivoluzionaria” o "destabilizzante", e tuttavia onesta e credibile.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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