Ve li ricordate gli aronesi (esiste?) Bejelit? Se si, come me vi sarete sicuramente disperati lo scorso anno quando in un comunicato annunciarono la loro dipartita come band. Disperati, perchè di band valide e originali come loro ce n'erano ben poche nel mondo, figurarsi in Italia.
Nuntio vobis gaudium magnum! Tradotto: potete smettere di disperarvi! I quipresenti
Temperance possono essere infatti considerati un po' come una nuova reincarnazione proprio dei Bejelit, grazie alla presenza di ben 4 ex membri della band, fatta eccezione per l'ottimo vocalist Fabio Privitera, qui sostituito dalla bella e brava
Chiara Tricarico.
Quindi in fatto di look ci abbiamo decisamente guadagnato, non me ne voglia il buon Fabio, ma musicalmente?
Beh musicalmente..anche. Fin dal primo brano "
Tell Me" ci rendiamo conto che le coordinate musicali sono cambiate rispetto al passato, pur con un'impostazione di base tendenzialmente simile. L'orientamento è ora più verso un heavy melodico con forti influenze elettroniche, con un
Giulio Capone decisamente sugli scudi, in un mix moderno riconducibile in maniera netta in particolare agli Amaranthe di Olof Morck, in particolare per l'alternanza tra la voce di Chiara e quella a volte in clean e a volte in growl di
Marco Pastorino.
Copie spudorate? Anche l'inizio di "
Hero" potrebbe lasciar pensare qualcosa del genere, ma basta fermarsi ad ascoltare attentamente i brani di "
Temperance" per rendersi conto di una cosa fondamentale: i Temperance distruggono gli attuali Amaranthe 10 a 0, per tutta una serie di motivi che vado ora ad elencare.
Prima di tutto la varietà dei brani proposti, che non si limita al ricostruire canzoni attorno agli stessi 2-3 riff come hanno iniziato a fare i finnici, puntando piuttosto a sfruttare l'estrema versatilità della voce di Chiara e agli intrecci con quella di Marco. Unico appunto: avrei sfruttato di più la voce in growl, che crea alternanze decisamente più intriganti e incisive.
In secondo luogo la mancanza di quella sensazione di "prefabbricato" che da sempre aleggiava sulla band capitanata da Elize Ryd, trascurabile nel primo disco per l'innegabile qualità del lavoro, poi diventata pressante. I Temperance ci credono davvero, amano la musica che fanno ed è qualcosa che trasuda dalle note in modo netto deciso. Dai brani più tirati a quelli più intimistici quali "
Stronger" o "
Breathe", la qualità e la voglia di fare dell'ottimo metal sono all'ordine del giorno, così come lo erano nella precedente incarnazione della band.
Terzo motivo è Chiara Tricarico, che distrugge letteralmente Elize Ryd grazie a una voce splendida, coloratissima, potente e precisa, attorno alla quale ruota, giustamente, tutta la produzione di "Temperance" e sulla quale si appoggiano i suoi 4 scudieri. Come si dice in Italia: tanta roba.
Tre e più motivi per smetterla subito coi naturali paragoni d'oltremanica e iniziare a considerare i
Temperance come una splendida realtà tutta italiana, qualcosa di cui andare fieri e di cui essere più che mai orgogliosi. In attesa di vederli con estremo piacere dal vivo, l'omonimo
Temperance" supera agilmente l'ostacolo del debutto con ottimi voti!
Quoth the Raven, Nevermore..