A sette anni di distanza dal precedente album,
Alex Poole decide di ridare vita al progetto
Chaos Moon tornando sul mercato discografico con il nuovo
"Resurrection Extract", lavoro che riprende il discorso la dove era stato interrotto con il bellissimo
"Languor into Echoes, Beyond" del 2007.
Ambient black metal, assolutamente estraniante, è la formula che l'artista americano decide di utilizzare nuovamente per dare forma alle sue distorte visioni musicali e per comporre nove brani intensi, quasi alieni nel loro incedere e orrendamente neri nel loro vagare tra spazi cosmici infiniti.
Chaos Moon suona un genere piuttosto inflazionato, ma lo fa con una personalità e con una forza espressiva che ha pochi riscontri in giro per il nostro pianeta.
"Resurrection Extract" può essere considerato un viaggio interstellare nel quale il tipico "ronzare" black metal delle chitarre si sposa con partiture di tastiere disperate ed evocative, dando forma ad un balletto spaziale dannato ed asettico davvero irresistibile.
Certamente questo album, anche considerando la lunghezza delle suites che lo compongono, non è un ascolto semplice e, con altrettanta sicurezza, la noia, soprattutto per via di una produzione piatta che affossa le chitarre rendendole praticamente indistinguibili tra un pezzo e l'altro, può emergere intaccandone il valore, tuttavia, se si ha pazienza e si è capaci di entrare in sintonia con una materia sonora così priva di luce e così "inumana", si potrà godere di musica di elevata qualità ed enorme spessore emotivo.
Vi sembrerà di esservi persi nel cosmo dove, tra movimenti di estenuante lentezza e assoluto silenzio circostante, sarete smarriti e dimenticati.
Solo in questo caso, allora,
Alex Poole, con il suo urlo disperato e lontano, vi prenderà per mano e vi sprofonderà negli abissi insondabili che, ne sono certo, albergano in ognuno di noi.
Album da apocalisse.
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