I
FireForce sono i portabandiera belga di un classico heavy/power metal, possente, veloce ed aggressivo. Sorti dalle ceneri dei
Double Diamond nel 2008 hanno rapidamente accresciuto la propria reputazione in patria attraverso le prestazioni live ed anche grazie all'EP
Moonlight Lady (2009). Nel 2011 hanno pubblicato il loro primo full-lenght,
March On, che delineava il genere proposto dalla band: un heavy con una forte inclinazione verso il power, arricchito da una componente melodica. Indubbiamente i
FireForce sono un band che si esprime al meglio in sede live (questo lo si era capito anche dal precedente album) e con
Deathbringer la convinzione si fa sempre più forte. Riff possenti e taglienti, sezione ritmica galoppante ed instancabile, songwriting conciso ma attento, sono le caratteristiche principali della musica della band belga, il tutto supportato da una buona produzione che fa risaltare senza dubbio l'impatto sonoro. In aggiunta, rispetto a
March On, i
FireForce hanno subito pure qualche cambiamento di lineup,
Yves Vermeersch è entrato nel ruolo di chitarrista, sostituendo
Steve Deleu. Una volta consolidata la formazione, aver firmato con Limb Music e alcune date live, i Nostri si sono catapultati in studio per
Deathbringer, consci di esser pronti a scatenare una nuova battaglia sonora. Ecco dunque arrivare il nuovo album, portatore di quel
Combat Power Metal misto di quell'heavy/power già sperimentato nella scorsa uscita discografica, con l'implemento di una qualche influenza thrash. Il termine combat porta subito alla mente band come i
Sabaton, anche se per i
FireForce bisogna guardare anche al
NWOBHM (non per niente è presente la cover di una canzone dei
Tygers Of Pan Tang, ovvero
Ganglands) e ad un sound che ricorda spesso gruppi sul genere dei
Mystic Prophecy.
Deathbringer ha una durata consistente, all'interno sono contenute tredici tracce per quasi un'ora di durata. L'opener e title-track,
Deathbringer, fa subito capire la direzione musicale della band. Un riff tagliente e una melodia molto power inaugurano il pezzo, la sezione ritmica implacabile e il chorus agguerrito riempiono poi il quadro. Alla stessa maniera la seconda
Highland Charge, meno scatenata rispetto alla precedente, si poggia un gran lavoro di riffing e sul ritornello già pronto per le prossime date del gruppo. La seguente
Combat Metal potrà diventare l'inno dei
FireForce, una traccia che fonde Judas Priest, power e thrash metal per quattro minuti di battaglia senza sosta.
Thunder Will Roll è una cavalcata che ricorda gruppi come gli statunitensi
Cage, mentre
To the Battle è più martellante e vicina all'heavy classico. Quel metal tradizionale esaltato nella buonissima
Attracted to Sin and Lust e nella possente
Words of Hatred.
King of Lies si apre invece con un riff di stampo classico, che cede poi il passo ad una melodia power imbastita dalle chitarre ed alla spietata sezione ritmica. Con Aeons i FireForce si concedono attimi di pausa, ma non v'è da preoccuparsi, sono solo alcuni frammenti che saranno spazzati via da un altro pezzo highlight di
Deathbringer,
Anubis - Lord of Dead. Dopo aver lasciato il dio dei Morti, è poi la volta di incontrare
Sekhmet, altra divinità della mitologia egizia, in
Sekhmet - Warrior Goddess.
MN29, ultima traccia prima della conclusiva cover dei
Tygers Of Pan Tang, è in principio cadenzata, dal ritmo incedente, molto aderente all'heavy, con una parte centrale infiammata in linea col resto del disco.
Al termine di
Deathbringer si può certamente affermare di aver ascoltato un buon disco, senza istanti di sosta e perfettamente suonato. La musica è di alta qualità, ben strutturata, ma rimane qualche dubbio sulla longevità dell'album vista la poca varietà della proposta, ma questo giudizio lo si lascia esclusivamente al tempo. Nel mentre, amanti del power metal, preparate le vostre orecchie ai
FireForce.
Video di Deathbringer