I
Blackened Angel sono un side project di
Lord Tim e
Tim Yatras degli australiani
Lord, cui si aggiungono due musicisti provenienti dall'ambiente extreme, come
Rick Boon (chitarrista dei
Serenity Defiled) e
Rob Giles. Secondo quanto dichiarato dalla band, essi sarebbero i fautori di un thrash influenzato dall'epic, ma ascoltando attentamente sono relativamente presenti anche heavy e power.
Chronicles Of Damnation, opera prima dei
Blackened Angel, è stato dapprima presentato in due parti (Chronicles Of Damnation pt.1 / pt.2) per poi arrivare nelle nostre mani in una singola release. Nella sua intera durata, circa 64 minuti, il disco si suddivide abbastanza bene (anche se fra tutti i generi precedentemente nominati predomina sicuramente il thrash), presentando intro ed intermezzi dalla suggestiva atmosfera e buone orchestrazioni che si alternano a pezzi più duri.
Chronicles Of Damnation inoltre è stato strutturato ed ideato come un concept, con il tema centrale dell'ascesa di un semplice uomo mortale verso l'
angelo oscuro.
L'attenzione verso l'atmosfera e l'orchestrazione si coglie già dall'intro strumentale
And So It Ends, misto di riff decisi e arpeggi melanconici. Con
Purgatory il disco entra nel pieno, richiamando il thrash e l'heavy; gli amanti dei
Grave Digger et similia troveranno qualche somiglianza in queste inflessioni stilistiche dei
Blackened Angel. Il cantato di
Lord Tim si avvicina a quello di
Chris Boltendahl mescolato ad un recente
David DeFeis, mentre il chorus suona terribilmente gravediggeriano. Le ritmiche possono invece avvicinarsi a quelle di matrice
Jon Schaffer, pur mutando spesso lungo il tragitto musicale dell'album.
Hell's Gate, intermezzo di perdizione, cade appieno nella definizione di concept, mentre
A Figure in Black riporta in alto il riffing e la furia della sezione ritmica. Anche in questa canzone l'influsso dei
Grave Digger sembra molto forte, soprattutto nel chorus. La successiva
Of Wings and White trova all'inizio quella somiglianza con l'heavy-power già nominata, anche se non si denota una forte variazione stilistica rispetto alle antecedenti almeno fino al chorus, che si stacca dal canone stabilito fino ad ora.
Revelation, Arise introdotta da un riff possente, torna sulla linea heavy-thrash, mentre
Blackened Angel sfocia quasi nello stile viking (non per quanto riguarda il testo ovviamente).
The Crimson Dawn è la traccia outro che avrebbe chiuso la prima parte di
Chronicles Of Damnation.
Heaven's Fall, con il suo thrash sfrenato, inaugura dunque
Chronicles Of Damnation pt.2. Dopo un nuovo intermezzo,
And Then There Was Silence, ecco i
Blackened Angel rilanciarsi verso l'aggressività con
Dark Victory, continuando poi con
Campaign of Death. L'unica peculiarità che stacca l'intero full-lenght dal thrash puro sono i chorus, che si avvicinano all'heavy di carattere epico. Dopo
Dissent ecco arrivare
Realisation, più cadenzata e legata al metal classico, per poi passare alla suggestiva e battagliera
Civil War. Oltrepassando
A Bloody End, ecco
Alone, dalle ritmiche che ricordano molto gli
Iced Earth e dal chorus incisivo.
Night People è probabilmente la più heavy di
Chronicles Of Damnation, sia per la musica che per il cantato di
Lord Tim, che in questa canzone varia il suo stile, mostrando un bel pulito.
Madhouse è la traccia che conclude il disco e si avvicina allo stile della precedente, pur mantenendo un riffing in parte thrash.
Al termine di
Chronicles Of Damnation si può affermare che i
Blackened Angel siano riusciti per metà nella loro opera di creare un album concept thrash-epic. Non fosse per il bel lavoro di riffing alcune tracce sarebbero ridondanti e dallo stile ripetitivo, portando del cambiamento soltanto nel finale. Aspettiamo un nuovo capitolo discografiche per capire le reali potenzialità del gruppo...
Video di Purgatory