Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2014
Durata:46 min.
Etichetta:Eleven Seven

Tracklist

  1. SANGRE POR SANGRE (BLOOD FOR BLOOD)
  2. DEMONS IN THE DIRT
  3. SOUL KILLER
  4. MOTH
  5. CROSS TO BIER (CRADLE OF BONES)
  6. DMF
  7. GIFT
  8. HUSH
  9. SAY WHEN
  10. BLACK DECEMBER
  11. FEAST OR FAMINE (BONUS TRACK)
  12. HUSH (ACOUSTIC) (BONUS TRACK)

Line up

  • Chad Gray: vocals
  • Tom Maxwell: guitar
  • Kyle Sanders: bass
  • Vinnie Paul: drums

Voto medio utenti

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Gli Hellyeah sistemano la line-up, aggiustano il tiro e ci regalano il capitolo più cazzuto della loro discografia. Dunque, fuori BobZilla e Greg Tribbett, e dentro il solo bassista Kyle Sanders (già nei Bloodsimple), ed ecco una formazione a quattro, compatta e pronta a far danni, con il solo Tom Maxwell a macinare sulla sei corde. Il risultato? 46 minuti di mazzate nella faccia, con composizioni che riescono a risultare eterogenee, pur mantenendo questa tremenda 'botta' in fase di arrangiamento.

Si parte alla grande con la title track, che avrete sicuramente già visto/sentito su youtube e affini; ma è solo l'inizio del massacro... "Demons in the Dirt" pesca in egual misura da Suicidal Tendencies e Machine Head, con un Chad Gray letteralmente indemoniato dietro al microfono; "Soul Killer" ha un riffing frenetico e la solita attitudine 'spaccotutto', ma la prima sorpresa arriva con "Moth", sorta di ballad incazzata, esperimento di contaminazione sonora (a mio avviso) riuscitissimo. "Cross to Bier" ritorna a pestare dritto in faccia, e "DMF" sembra una chiara dichiarazione di intenti verso chi (presumibilmente gli ex compagni di band) ha solo portato male e negatività nella 'famiglia'. Il secondo 'esperimento' sarà quella "Hush", che troverete anche in versione acustica come bonus track nella limited edition, un brano semi-acustico ma mai privo di quella rabbia primordiale che sembra essersi (finalmente) impossessata dei quattro ammeregani. Vi manca la botta di zio Vinnie Paul? Ascoltare "Say When" e sbalordire: il panciuto drummer ha ancora (di nuovo) la bella mano pesante e la incredibile tecnica che tanto ce lo hanno fatto amare ai tempi dei Pantera, ma qui siamo addirittura oltre: il bano è letteralmente folle nel suo pestare come se non ci fosse un domani!

Una certa staticità in alcuni brani, ed il solito mastering ultra-pompato, non consentono a "Blood for Blood" di arrivare ad un voto clamoroso, ma vi assicuro che riceverete una piacevole mattonata nei denti, se deciderete di far vostro questo dischetto. E l'unica cosa che mi sono trovato ad esclamare, alla fine dell'ascolto, è stata: Hellyeah!!!


Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 28 giu 2014 alle 16:37

Sarà....ma io continuo a rimpiangere i Mudvayne...

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